mercoledì 26 aprile 2017

Becca di Giasson (3215m) per il Colle di Giasson - Scialpinismo

Siamo all'alba dell'ultimo giorno al Rifugio Bezzi, in Valgrisenche. Ci alziamo speranzosi di poter affrontare la gita in programma: Becca di Giasson per l'omonimo Colle. Questa gita oltre a concedere una salita, una cima e una sciata, permette anche di scendere diretti alle macchine a Uselerés evitando un tedioso rientro per la via di salita al rifugio che essendo un falso piano obbligherebbe e un noiosissimo rientro a spinta. Ci alziamo fiduciosi: è abbastanza sereno e la visibilità è ottima anche se è ben evidente che il maltempo sta avanzando da Ovest. La nostra speranza è quella che la visibilità non venga compromessa anche perchè qui gli spazi sono notevoli e l'orientamento diventerebbe un grosso problema. Sempre intorno alle 8.00 siamo in marcia e iniziamo a risalire di buon passo i pendii esposti ad Ovest subito dietro al rifugio per sbucare sul grosso plateau sommitale, il già citato Vallone San Martino. Giunti qui appare subito sulla nostra sinistra la Becca di Giasson, che di fatto è un ampio panettone, alla sua destra è riconoscibile il Colle di Giasson che divide la nostra cima dalla catena dei Truc: per raggiungelo non dobbiamo fare altro che andare dritto per dritto effettuando alcuni sali-scendi. Giunti al Colle si continua tagliando in direzione Ovest a risalire il pendio che in pochi minuti dal Colle porta in cima all'omonima vetta. Il meteo sta peggiorando, arriviamo al colle con il sole, in vetta il cielo è definitivamente comperto e il vento inizia a soffiare sempre più forte.
Non ci resta che spellare senza troppi convenevoli e iniziare la discesa. Dalla vetta si scende di nuovo al colle per poi continuare la sciata verso nord prima sul ghiacciaio poi piegando a destra: giù fino al bosco, entrati nel bosco e passate alcune baite si deve tagliare a lungo e verso sinistra per poi in un punto dove gli alberi si diradano un pò, riprendere a sciare e perdendo quota fino a giungere ad una strada forestale, il parcheggio è già visibile, quindi si scendono le ultime decine di metri ancora sugli sci fino allo stesso. Arriviamo e iniziamo a cambiarci che dal cielo timidamente inizia a scendere qualche leggerissima goccia d'acqua. Abbiamo ancora il tempo per un brindisi (oggi è il compleanno di Federico) e quindi ci dirigiamo verso Aosta per concludere con una bella mangiata. Ci dilunghiamo un pò e ammetto di aver iniziato ad avere qualche preoccupazione per il rientro: i miei compagni di avventura mi riporteranno a Verona, spero in un viaggio senza intoppi. Alla fine andrà alla grande e passeremo incolumi anche la tangenziale di Milano.
A Verona Porta Nuova saluto Andrea, Maurizio e Riccardo con un out-fit decisamente fuori schema rispetto a quello degli altri viaggiatori: zaino con picozza, ma soprattutto sci e scarponi a fine Aprile non passano inosservati in una calda serata primaverile. Con queste 3 gite posso considerare salva e spero non ancora conclusa la stagione scialpinistica di questo strano inverno 2017.

Grand Traversiere 3496m - Scialpinismo

Lunedì di questo ponte del 25 Aprile 2017. Siamo al secondo giorno di attività in Valgrisenche al rifugio Bezzi. L'obiettivo di oggi è la Grand Traversiere, nome simile a quello della gita precedente ma con contenuti di gran lunga diversi. Gita dallo sviluppo inferiore seppur alla fine non trascurabile e maggiore dislivello, tecnicamente più impegnativa e per fortuna con una Signora discesa che, salvo il tratto superiore, traverso compreso, ci ha poi regalato un neve via via sempre più superlativa, trasformata, su cui, fiato a gambe doloranti permettendo, ci siamo potuti veramente divertire. Partiamo dal rifugio intorno alle 8.00 consapevoli e memori del giorno prima che non servono partenze antelucane: la neve non mollerà presto e potremo sicuramente andare sù con calma. Dal rifugio la combriccola si divide in due: i più anziani e saggi scelgono meglio dei giovani impetuosi individuando una traccia che dal rifugio procedendo in direzione sud e tenendosi sulla sinistra si alza quasi subito guadagnando quota ed evitando di dover risalire in maniera diretta pendii molto più ripidi e di neve resa molto dura dall'azione di rigelo della limpida notte precedente. Io faccio parte del gruppo dei giovani che a breve si fermano per indossare i rampant...e purtroppo a me se ne rompe uno calzandolo. I miei 3 compari proseguono mentre io, dopo alcune manciate di metri con un rampant solo, decido di fermarmi, calzare i ramponi e sci in spalla continuare. La cosa mi fa perdere un pò di tempo ma si rivela essere la scelta migliore, oltrettutto con i ramponi riesco a risalire il pendio in maniera più diretta quindi riesco anche a ricollegarmi al gruppo. Siamo sul limitare settentrionale di un grande pianoro conosciuto con il nome di Vallone San Martino e da qui procedendo in direzione Est risaliamo a zig zag un vallone con pendenze variabili che comunque non superano i 30°.
A quota 3200m in prossimità di una fascia rocciosa orizzontale, molto ben visibile già dal fondo valle inizia questo incredibile e notevolmente lungo traverso (500-600m) su un pendio sì largo ma abbastanza ripido e in diversi punti molto esposto, dove è facile immaginare che in condizioni nivologiche sbagliate si riveli un punto particolarmente delicato. Concluso il traverso si risale l'ultimo pendio fino alla sella che divide la nostra cima, posta a Est rispetto alla stessa, da un'altra di cui ora non ricordo il nome. Sulla sella lasciamo gli sci, calziamo i ramponi e picca alla mano raggiungiamo in breve la cima della Grand Traversiere lungo la cresta Est. Cresta breve che tuttavia presenta un paio di punti dove prestare attenzione. Dalla cima ci godiamo un bellissimo panorama che come il giorno precedente ci consente di ammirare svariate vette importanti delle Occidentali. Dopo la pausa e ancora una volta memori del giorno precedente scendiamo al deposito sci e ci prepariamo senza troppa fretta alla discesa. Purtroppo il pendio alto che riporta al traverso e il traverso stesso non offrono buona neve: non hanno avuto sufficiente irraggiamento quindi fino alla fine del traverso siamo su condizioni analoghe al giorno precedente (peccato per l'invitante pendio superiore, meglio così per il traverso!).
Da qui però la musica inizia come si suol dire a cambiare: la neve superficialmente ha iniziato a scaldarsi a dovere assumendo il tipico colore del firn quando è pronto. Quindi senza indugiare ci lanciamo in una sciata sensazionale dove, fiato a gambe permettendo, possiamo goderci curve pennellate andando giù di lamina: corto raggio, cortissimo incidendo con decisione il pendio. Purtroppo le mie generali condizioni fisiche generate dalle lunghe sedute di allenamento al computer, non mi danno una grande autonomia e spesso mi devo fermare per tirare il fiato e per scaricare le gambe. Ciononostante la discesa è rimasta la chicca di una gran giornata e di una gita veramente completa. Rientriamo al rifugio tagliando verso Sud i pendii che scendono dal Vallone San Martino verso il rifugio per poter rientrare senza dover spingere. Come il giorno precedente ci concediamo birra, fontina, lardo ecc....per poi iniziare una sessione di partite a punti a scala 40 di cui sono risultato vincitore della classifica finale, non senza che alcune amicizie rischiassero di vacillare :). Cena in un rifugio quasi vuoto, siamo rimasti in 3 gruppi: forse il meteo poco promettente per il martedì ha convinto la maggior parte degli ospiti a battere in ritirata, effettivamente già nel pomeriggio il cielo si era decisamente annuvolato e verso sera sono caduti anche alcuni fiocchi di neve. Ci godiamo la serata con il dubbio di non riuscire a concludere un granchè il giorno seguente...speriamo almeno che la prima parte del martedì offra un meteo accettabile per rientrare alle macchine via "Col Giasson" e anche questa è un'altra storia.

Becca della Traversiere 3337m - Scialpinimo

La prima gita di una fortunata spedizione in Occidentali. Siamo in Valle d'Aosta, nello specifico in Valgrisenche: un folto gruppo di friulani tutti legati alla scuola di Alpinismo Censo Gilberti di Udine. Il nostro punto di appoggio è il rifugio Bezzi situato a quota 2284m. Arriviamo nel Sabato pomeriggio al parcheggio in località Useléres, previa mangiata pantagruelica in un pub-steakhouse di cui non ricordo il nome situato sulla strada statale poco prima della diramazione per la Valgrisenche. La salita al rifugio pur con un dislivello da giterella si sviluppa per più di 5km richiedendo circa o poco meno di due ore, per fortuna gli sci siamo riusciti a calzarli quasi da subito.
Nella domenica si aprono le danze: obiettivo la Becca della Traversiere, meta non impegnativa ma non brevissima, specie per il considerevole sviluppo, dislivello invece non importante poco più di 1000m. Partiamo poco prima delle 8.00, dirigendoci verso il fondo della vallata seguendo il corso del torrente, una lunga camminata in piano, iniziamo ad alzarci risalendo i pendii più ripidi che sbucano sul ghiacciaio della Gliairetta, tenendoci sulla sinistra. Si prosegue nell'ampio circo glaciale con pendenze molto basse tenendosi sempre sul lato sinistro, compare quindi anche la cima in questione inizialmente nascosta e l'evidente Col Bassac. Giunti in prossimità di quest'ultimo si prosegue deviando verso destra in direzione della Becca fino a trovare sulla nostra sinistra un punto comodo dove guadagnare l'agevole cresta Nord che si risale quasi fino alla cima sci ai piedi. Dalla cima scendiamo lungo la Cresta Ovest che porta al culmine superiore dell'ampia conca glaciale per sfruttare al meglio l'immenso pendio sciabile sottostante. Quindi rimettiamo gli sci per la discesa che si svolge su pendii dolci e ampissimi.
Purtroppo non troveremo buona neve: pur iniziando la discesa dopo le 12.00 la neve non ha ancora nemmeno lontanamente iniziato a trasformare, purtroppo siamo su una faticosa crosta che è solo in pochi punti accettabile per riuscire a "divertirsi". In breve si riguadagna il percorso di salita e si continua nella discesa fino ad arrivare al limite del ghiacciaio dove si può passare o tutto a destra a scendere (seguendo quindi a ritroso il percorso di salita) o tenendosi un pò più centrali per prendere una rampa inclinata che ha effettivamente il vantaggio di far perdere meno quota per il rientro in rifugio...comunque un tratto a spingere sci ai piedi rimane inevitabile. Al rientro birra, fontina, lardo e altri affettati, quindi ci corichiamo per ricaricare un pò le batterie prima di scendere per la cena. Il rifugio oggi è molto frequentato: diversi i gruppi specie di italiani e francesi. Le camere del rifugio sono confortevoli, inoltre sono presenti due chicche: l'acqua calda e cosa ancora più importante l'acqua di rubinetto potabile gratuita quest'ultimo aspetto non di poco conto vista la permanenza di più giorni e visto che in alta quota c'è necessità di reidratazione continua. Per il Lunedì il programma è la Grand Traversiere ma questa è un'altra storia.