mercoledì 21 agosto 2019

GIOVEDì 15 Agosto / VENERDì 16 Agosto - Lora/Udine

Mi sveglio con calma ignorando la sveglia intorno alle 8.00: avevo bisogno senz'altro di recuperare e faccio colazione e penso al da farsi...due giorni mi ci vogliono per rientrare in Italia e la mia idea era di essere a Bolzano nel Lunedì in modo da avere tempo tra Lunedì sera e Martedì di mettere a posto tutto, quindi i casi sono due: o vado a Berlino lo stesso o vado in una città interessante sempre in direzione Sud o mi invento altro. Mi passano per la testa Copenhagen e Amburgo ma mi chiedo se valga veramente la pena di andare lì, dover spendere dei soldi per una toccata e fuga: in entrambi i casi avrei due giorni scarsi. Ci ho pensato un pò sù e mi sono convinto che forse la cosa migliore sarebbe stata chiudere le vacanze con due giorni al mare: d'altra parte avrei anche trovato mio fratello a Lignano che non vedevo da tempo e quello che mi ero prefissato di fare in Norvegia lo avevo già fatto, quindi senza indugi decido per il rientro, che comunque consta ancora di due giorni pieni di automobile e che poteva farmi arrivare al mare Sabato in mattinata se avessi tenuto ritmi umani. Ma a quel punto decido anche che vale la pena di fare lo sforzo di guidare ad oltranza per arrivare giù già Venerdì sera e guadagnare così tempo prezioso...e così ho fatto! Lascio l'area parcheggio che mi ha ospitato per la notte verso le 8:30 e salvo la benzina e il caffè guido ininterrottamente fino a Rodbyhavn, dove posso prendere il traghetto per la Germania, mi fermo solo una volta per la benzina e per spendere le ultime corone per della cioccolata un caffè e la Redbull in Norvegia, poi niente più pause: arrivo alle 22.00 al molo e il traghetto successivo parte in meno di 20 minuti (se non mi ricordo male l'orario ma era giù di lì). Della giornata posso riportare solo un video con i pensieri conclusivi sull'esperienza vissuta, un'ora buona di coda per superare Göteborg e la grande emozione nello riattraversare il ponte sull' Øresund, di cui ho anche girato un video. Ho tempo mentre aspetto di farmi un bel panino con l'aringa che avevo comperato, del cetriolo e del formaggio e lo mangio avidamente, non avevo avuto altro per tutto il giorno! Sbarco e decido di guidare ad oltranza, faccio il pieno e mi apro la Redbull: non voglio rimanere imbottigliato nel traffico tedesco il giorno dopo e sono ancora a più di 1400km da casa, quindi ci metterei non meno di 13 ore il giorno seguente per arrivare a destinazione e arriverei quindi tardissimo...Decido di continuare a guidare: passo Amburgo e mi dirigo verso Hannover,alla fine mi fermo per dormire in una stazione di servizio sull'autostrada A2 appena a Sud Est di Hannover, sono le due di notte! Ma così facendo mi restano "solo" 1100km da fare il giorno dopo. Riparto presto, prendo solo un caffè alla stazione di servizio non appena apre alle 6 di mattina e mi rimetto in viaggio: nonostante abbia guadagnato tempo e chilometri e sia ancora presto mi si impone una deviazione importante per non rimanere imbottigliato nel cantiere trappola sulla A9 a Nord di Norimberga, già all'andata lo avevo evitato facendo la A93 perchè avevo sentito di code chilometriche ma questa volta sono stato più sprovveduto e ho deviato in un punto meno propizio, non sono rimasto imbottigliato nel traffico ma andando per Ratisbona mi sono trovato a dover percorrere poi lunghi tratti di Bundesstrasse fino a Salisburgo! Meglio comunque che rimanere incolonnato per 2h in autostrada (questo era il ritardo che annunciavano alla radio). Entro in Austria e a quel punto di stratta di fare l'autostrada a me ben nota che passa i Tauri e sbuca prima a Spittal an der Drau e poi passa per Villacco: arrivo quasi al Kreuz Villach e mi si impone una sosta caffè, perchè mi sento ancora una volta esausto ma la buona notizia è che sono le 18.00 e che quindi posso tranquillamente essere a Udine per cena. A Udine in realtà farò solo una piccola sosta perchè a quel punto dopo aver telefonato con mio fratello, lui mi convince a continuare il viaggio fino a Lignano per cenare insieme e tutto sommato si trattava di aggiungere un'oretta scarsa al mio viaggio. La sosta a Udine per prendere la griglia a casa che avrei usato la sera dopo è comunque il punto ideale di conclusione del viaggio, perchè da lì era iniziato. Fermo la macchina davanti al portone che è anche chiuso, quindi devo scendere in ogni caso per aprirlo, ma colgo l'occasione anche per fare la foto al contachilometri 9872.9 che però posso tranquillamente arrotondare a 9873 per via di essermi ricordato di azzerare il contachilometri stesso al viaggio di andata solo quando era già arrivato al semaforo in fondo a via Superiore!
Finisce questa avventura,è stata un'esperienza bellissima che sicuramente ripeterò.

MERCOLEDì 14 Agosto - Trondheim/Atlanterhavsveien

Al mio risveglio il meteo è esattamente come lo avevo lasciato, nuvoloso e bagnaticcio, è ancora una volta prestino: alle 6:30 ho la sveglia puntata ma come sempre tendo ad essere in anticipo anche se a volte, come oggi, proprio di pochi minuti. Faccio colazione, mi lavo i denti e senza indugio mi dirigo verso la città. Vi entro e trovo parcheggio sopra la stazione degli autobus che si trova adiacente a quella dei treni. Qui in realtà perdo molto tempo per pagare la sosta: ci sono due colonnine automatiche che differiscono in effetti un pelo l'una dall'altra, punto a quella di destra ma inspiegabilmente rifiuta la mia carta, allora non vedendo alternative e non avendo corone con me penso subito di scaricarmi l'ennesima App per il parcheggio, questa è proprio della città di Trondheim e basta e provo a registrarmi. Non esiste nemmeno la versione in inglese ma in qualche modo ce la faccio facendo leva sul fatto che il norvegese scritto spesso non è poi così diverso dal tedesco (diverso è il discorso per il parlato!), solo che creato l'account, non mi prende comunque la carta di credito.
A questo punto sono un pò interdetto: penso che l'unica soluzione sia andare a prelevare, faccio una corsa al bancomat più vicino che dista un 3-400m e torno con 600 corone che mi basteranno per il parcheggio e gli ultimi extra. Tornato alle colonnine però per scrupolo provo quella di sinistra che in effetti più assomigliava a quelle che avevo visto e usato fin'ora, inserisco la carta, il numero di targa e il tempo di permanenza...e la carta viene presa correttamente! Quindi terza morale del viaggio: stai tranquillo e vaglia tutte le soluzioni prima di prendere decisioni affrettate! Vabbè, mi ridirigo verso il centro che in fondo è delimitato su tutti i lati tranne quello occidentale da dei canali quindi è racchiuso e molto semplice da girare: faccio un primo giro ma è presto sono le 8 di mattina e diverse attività commerciali/turistiche devono ancora aprire, decido quindi di tornare sulla strada che dal parcheggio riportava in centro la Søndre gate, perchè avevo visto un caffè simpatico il Café Le Frere su cui era anche apposto il cartello con la scritta "probably the best espresso in the world"...ovviamente penso subito da buon italiano che dovevo andare a verificare di persona, solo che non avevo voglia di un espresso bensì di un cappuccino e di un pò di acqua. Entro e ci saranno stati 3 avventori al massimo e un ragazzo dietro al bancone, la macchina da caffè era una mitica E61 di FAEMA. Saluto e indico un tavolo, il barista mi pare faccia appena un cenno, ma non dice altro. Mi aspetto che venga a chiedermi cosa desidero, non avevo visto scritte di nessun tipo come "ordinare al banco" ma lo vedo alquanto preso dalla preparazione di dolci a base di pasta lievitata e penso di lasciarlo in pace a finire quel lavoro: in fondo non ho fretta, anzi ne approfitto e me ne vado in bagno, torno sù ma lui non accenna a volermi servire alchè il dubbio mi viene, ma lui da buon nordico non dice nulla per avvisarmi che sarei dovuto io andare al bancone. La cosa ridicola è che il locale era sì e no di 30-40m quadri e non c'era quasi nessuno e io e lui ci trovavamo a 3-4m di distanza in linea d'aria. In quell'istante entra una ragazza, si avvicina e ordina mentre già inserisce la carta di credito nel lettore per pagare e lui la serve subito...e ovviamente lì ho capito tutto! Aspetto che abbia finito quindi mi alzo e ordino pure io e a quel punto vengo servito: cappuccino e bottiglietta d'acqua frizzante per 84 corone (Ah giusto: 1 corona equivale esattamente a 0,10euro, quindi 8,40 euro di consumazione!). Posso confermare: la Norvegia costa...costa e basta! In compenso mi arriva un cappuccino da 10 e lode: il caffè buono, la schiuma ottima e anche disegnata con un bel motivo a fiore...e penso a quanto sia difficile in Italia, dove ci consideriamo i cultori del caffè A) Bere un caffè decente, e B) Bere un cappuccino o una qualsiasi cosa con latte schiumato con una schiuma decente. Credo che noi italiani siamo in questo come in altre cose troppo autocelebrativi: il nostro Design è il migliore, il nostro cibo è il migliore, le nostre città sono le più belle, che siamo unti dal Signore con la creatività e il talento e l'amore per il bello...Sarà...ma io sono di tutt'altro avviso: abbiamo diverse cose buone, ma dovremmo essere tutti molto più umili! Tanto per cominciare mi riprometto di scrivere su questo blog del prossimo cappuccino decente che berrò in patria: ma sono sicuro che dovrò aspettare molto e probabilmente per averlo dovrò pagare quanto ho pagato in Norvegia! Me ne esco di nuovo, non sopo una seconda visita ai servizi, già che c'ero le occasioni vanno sfruttate!
Vedo la cattedrale gotica più importante della Norvegia, da qui e da Trondheim partono innumerevoli Sentieri del Pellegrino quasi tutti dedicati a San Olav cioè Olaf II il santo, che fu re di Norvegia e la cui statua troneggia anche qui in città nella piazza principale che per mia sfortuna è un cantiere enorme che si concluderà l'estate del 2020. Giro in lungo e in largo tutte le simpatiche vie del centro comprese quelle che costeggiano i canali e mi dirigo verso il porto dove ho letto esserci un "mercato del pesce". La mia delusione è abbastanza grande quando capisco che in realtà si tratta di una pescheria con servizio take away e con posti a sedere per ordinare a la carte, altro che mercato. Compro degli hamburger di pesce, aringa, merluzzo e salmone uno per ciascuno e anche un'aringa affumicata, poi per fare dei regali prendo anche 4 pacchetti di snack a base di merluzzo essiccato (sembrano delle chips ma ora che le ho assaggiate smentisco, sono solo pezzi di pesce secco e stopposo anche se saporito) e 3 pacchetti di sale artico pensando così di liberarmi delle corone a questo punto inutili che ho prelevato: quando vedo il commesso batterli alla cassa e vedo il conto salire vertiginosamente mi si gela quasi il sangue, sì perchè per quelle 4 cazzate messe in croce, lascio in quel posto maledetto la bellezza di 75euro!!!! Un pacchetto di sale da forse 100g. sono 14 euro!!!!!!! Maledizione ma ormai è troppo tardi e poi mi dico, vabbè in fondo fin'ora ho speso poco e almeno una trappolata per turisti fa parte di qualsiasi viaggio che si rispetti! Si è fatta l'una tra una cosa e l'altra e davanti a me ho una giornata ancora lunga: ora c'è il sole e per il giorno dopo il meteo è più incerto quindi senza esitare inizio il mio viaggio verso Kirstiansund, che è quasi la porta per la strada dell'atlantico cioè "Atlanterhavsveien", una strada che collega 18 isolette che dividono il Kvernesfjorden dal mare aperto e famosa per le sue intemperie e i suoi ponti arditi.
Il pedaggio costa per auto e per una persona 102 o 104 corone cioè 10 euro diciamo. La strada è lunga 8km e deciso di percorrerla per la sua interezza in enbrambe le direzioni: all'andata vado verso Vevang senza soste e registro un video continuo grazie alla fotocamera sul Minitraveller che ho posizionato sul cruscotto. Al ritorno mi fermo nei pressi del mitico ponte curvo, un ponte che sfida la forza di gravità ma che in realtà è più impressionante nelle costruite e volute inquadrature fotografiche che nella realtà e poi faccio ulteriori soste verso Vevang fermandomi di quando in quando a vedere gente comune che armata di canna da pesca insidia i merluzzi dai ponti (tentazione che è venuta anche a me, ma mi sono detto meglio di no che se per disgrazia prendo qualcosa poi non so cosa farmene!) o a godermi il paesaggio e fare fotografie. Un'area di sosta libera mi invita a fermarmi per una sosta prolungata e faccio anche merenda. Nel frattempo sono in contatto con Stefania, una mia ex compagna di classe del liceo che vive a Berlino, perchè la mia idea è quella di chiudere il viaggio con un we nella capitale tedesca, dove 9 anni fa ho vissuto per quasi 4 mesi e che è stata la porta per la mia avventura di vita e lavoro in Germania. Purtroppo quella sera stessa Stefania mi dice che ha un problema personale che la costringe a rientrare di urgenza in italia, quindi mi trovo senza un piano. Avevo in testa che avrei comunque passato la notte di Giovedì in Norvegia ma che poi nel Venerdì avrei guidato per raggiungere Lubecca e nel sabato mattina sarei arrivato a Berlino, ma ora tutto va ripensato. Faccio mente locale sulle alternative: mi passano per la testa diverse cose ma non trovo ancora risposta. Verso sera comunque mi sposto verso l'interno della Norvegia sempre lungo la E6, ho anche ancora un traghetto da prendere. Guido fino ad un'area di sosta di cui non ho segnato la posizione (del resto non era neanche molto meritevole e aveva pure i bagni peggiori che ho trovato fino a quel momento!) ma poteva essere dalle parti di Lora, perchè mi ricordo che ero a poco meno di 200km da Lillehammer. Vado a dormire alquanto stanco e mi riprometto di decidere il giorno dopo il da farsi.

MARTEDì 13 Agosto - Bognes/Trondheim

Oggi lunga giornata di viaggio davanti a me! Il mio programma prevede di arrivare in serata a Trondheim tramite la E6, che è il percorso più veloce: 790km da dove mi trovo da farsi però in più di 11 ore! Questo per via del tipo di strada e dei limiti di velocità imposti che sono generalmente di 80km/h fuori dai centri abitati salvo dove specificato diversamente! Parto di buon mattino subito dopo la colazione ma oggi ho anche un'altra necessità fisica: devo assolutamente trovare un fiume per fare una doccia! Dall'ultima è passato del tempo ormai e nei giorni precedenti avevo anche sudato copiosamente per via di tutte le camminate fatte!
Ma sono fiducioso che dal momento che mi trovo sulla terraferma ci siano per forza bei fiumi di cui poter approfittare...e infatti non mi sbagliavo! Il Luonosjåhkå è il fiume perfetto! Acqua cristallina e proprio sulla E6: trovo un'area di sosta vicino ad un ponte sul fiume che mi assicura un facile e veloce accesso. La mia tecnica è ormai collaudata: armato del solito mastello, del thermos, del sapone biodegradabile, dell'asciugamano e questa volta anche del sacco con i vestiti sporchi, mi dirigo sicuro verso le sue sponde contento come non mai! Mi trovo praticamente all'altezza di una località che si chiama Drageid. La doccia e il bucato sono perfetti: quanto ne avevo bisogno!!! Ritorno alla macchina e appendo le cose ad asciugare: lo stendino improvvisato è costituito da un cavo elastico teso tra le due maniglie passeggero posteriore delle portiere, quelle che si richiudono a molla per intendersi. Riprendo la marcia finalmente nuovamente in sintonia con il mio corpo e i miei vestiti! Quante volte ci dimentichiamo di quanto poco basti per essere felici: quando ti vengono a mancare le piccole comodità di ogni giorno e di colpo le ritrovi, le apprezzi ancora di più. Riparto e ho la chiara sensazione che sto salendo di quota: la vegetazione si fa ancora una volta più rada e ad un tratto un centro visitatori sulla strada segna il limite del circolo polare artico posto per convenzione a 66°33'39" N. Mi fermo solo per una foto veloce, non perchè meriti, ma perchè è un punto significativo, la strada è molto bella ma il limite di 80km/h e la quasi totale assenza di traffico mi porta ad usare il cruise control, il che facilita e di molto l'effetto sonnolenza, anche il meteo peggiora a tratti e piove qua e là anche relativamente forte.
Ormai ho percorso dall'inizio dell'avventura abbondantemente i 6000km di viaggio e complici anche le sfacchinate dei giorni precedenti dove si può dire che abbia sfruttato appieno gli effetti del sole di mezzanotte, mi sento alquanto stanco. Mi trovo quindi costretto a fare ben due pause di riposo puntando anche la sveglia e, senza vergogna alcuna, parcheggio nelle aree di sosta che trovo (entrambe molto belle in riva ad un bel fiume) e senza scendere nemmeno dalla macchina mi sposto come un contorsionista dal sedile di guida alla mia "zona notte". Tra l'altro prospettando un giorno di guida dopo la doccia mi sono anche messo direttamente i pantaloni della tuta che sono anche il mio pigiama, quindi non devo neanche cambiarmi. La riserva di acqua bollente che ho nel thermos è una benedizione perchè posso farmi facilmente un caffè e bevuto quello mi faccio anche un mate che continuo a sorseggiare di quando in quando. La giornata passa anche se non velocemente, più mi avvicino a Trondheim, più la bella strada E6 rallentata spesso da tanti cantieri, ma comunque selvaggia che corre tra boschi e montagne, lascia lo spazio ad uno scenario decisamente più noioso ed urbano: campi coltivati e un susseguirsi di paesini più o meno grandi segnano di fatto l'avvicinarsi di una città importante che di fatto con i suoi quasi 200.00 abitanti è la terza o la quarta città più popolata della Norvegia. Ha fatto ormai sera e trovo un'area di parcheggio a 38km da Trondheim, mi trovo presso Kvithammer proprio ad un'uscita dell'autostrada: non voglio neanche rischiare di avvicinarmi di più alla città per poi non trovare più niente ed essere quindi costretto a fare retromarcia, inoltre è tardi e sono stanco quindi senza battere ciglio lascio la E6 e parcheggio. L'area è molto ben servita: toilette e tavoli con pergolato mi permetterebbero di mangiare al coperto nonostante fuori piova, ma io non ho nessuna intenzione di scendere e preferisco cuocermi la cena seduto con la portella del bagagliaio aperta.
Stasera ho un piatto perfetto in busta perchè potrebbe essere mangiato anche freddo: riso con lenticchie e verdure, ma preferisco comunque scaldarlo in padella e arricchirlo con una scatoletta di tonno! Finita la cena si impone comunque una visita ai servizi, non fosse altro che per lavarmi i denti! Per fortuna in quel momento aveva smesso di piovere! Avevo comunque trovato un modo ingegnoso che mi consentiva di tenere i finestrini un pò aperti scongiurando allo stesso tempo l'ingresso di acqua grazie ad un telo nero di nylon che avevo comperato alla Decathlon: bloccavo il telo su ambo i lati della macchina sfruttando le portiere e questo mi creava un tettuccio che mi consentiva di tenere aperti i finestrini quei 4-5cm necessari per un adeguato ricambio d'aria! Insieme a me ci sono un paio di camionisti, e qualche altro tra minivan/camper e roulotte...La location non è bucolica, ma è tranquillo, servito e del resto non si può sempre avere tutto! Vado a dormire distrutto dall'estenuante guidata! Per la prima volta dopo diversi giorni fa veramente buio!

LUNEDì 12 Agosto - Hermannsdalstinden/Bognes

Sono le 6 di mattina mentre mi accingo a fare colazione qui al parcheggio presso Å i Lofoten: dormono ancora tutti ma fuori è già giorno. Oggi il mio programma prevede la gita più lunga di tutte quelle fatte fino a questo momento, la salita all'Hermannsdalstinden. Il meteo al momento è variabile tentente al coperto, ma secondo le previsioni dovrebbe diventare bello. Senza troppi indugi poco dopo le 7 mi metto in cammino e percorro a piedi prima la breve galleria che divide il parcheggio dalla E10 quindi resto sulla strada principale passo Tind e arrivo a Sørvågen. Da qui punto al parcheggio da dove partono i sentieri ben segnalato e impossibile da non vedere. C'è diversa gente a giudicare dalle auto e dalle tende presenti ma solo una compagnia di polacchi si accinge a fare colazione mentre tutti gli altri dormono ancora. Io sfilo via veloce e con ritmo via via crescente inizio la salita a tratti dolce a tratti appena più ripida che in 5km circa mi porterà ad un rifugetto che si chiama Munkebu, arrivo lì alle 8:45 circa. Mi fermo per bere un sorso d'acqua: da qui l'Hermannsdalstinden è ben visibile, il sentiero scende una dorsale che divide due laghi (Fjerddalsvatnet a Sud e Tennesvatnet a Nord) mentre all'orizzonte spunta una montagna sullo sfondo che ha praticamente la stessa forma dell'Halfdome di Yosemite.
Si risale la stessa dorsale sul lato opposto per sbucare su un altro bacino Krokvatnet a quel punto si costeggia questo bacino sulla dorsale che lo divide dal precedente il Tennesvatnet e si passa davanti anche ad un paio di casette, qui noto che c'è qualcuno che ha campeggiato e che si sta preparando per salire...ma io sono ancora davanti a tutti e accelero perchè ho tutta l'intenzione di avere la cima solo per me. La salita si fa ora un pò più faticosa, più ripida e a tratti più esposta, un tratto è assicurato da corda e catena, il terreno è costituito da rocce lisce ma ricoperte di terra il che rende impossibile risalire senza ricorrere alle attrezzature presenti su cui di fatto a tratti è obbligatorio tirarsi letteralmente sù. Il pendio segue di fatto la larga cresta sud-est e conduce alla vetta, il sentiero è ben visibile e ben segnato con omini e con bolli rossi, l'ultimo pezzo richiede l'utilizzo delle mani per aiutarsi, senza però poter parlare di vera arrampicata.
La cima è costituita da grossi blocchi granitici, quello culminante può ospitare al massimo 1-2 persone (strette) ed è molto esposto, motivo per cui ero ben contento di essere lì da solo: ho tutto il tempo per riposarmi rifocillarmi e fare tutte le foto che voglio. Sono le 10.30 quindi sono salito in poco meno di 3h e mezza...un gran dell'andare perchè è come dire di aver tenuto quasi i 4km/h di velocità media! In effetti mi riprometto di prendermela più comoda al ritorno, per godermi un pò il panorama. Il panorama è veramente spettacolare. Lo sguardo cattura contemporaneamente elementi che difficilmente si vedono insieme: roccia, prati, fiordi, mare, laghi, neve, tutto nello stesso campo visivo. Il tempo è variabile ma tendente al diventare anche più bello. Questa cima ti porta quasi a picco sul lato settentrionale dell'isola: lato completamente disabitato e senza infrastrutture, non una strada, non una casa, su questa isola solo il lato meridionale è urbanizzato. La mia soddisfazione è grande, con un pò di difficoltà perchè mi sarei voluto trattenere più a lungo dopo una mezz'oretta decido di scendere, anche per trovare riparo dal vento sferzante e pungente: in cima avevo il piumino, la bandana e la fascia invernale da scialpinismo, all'altezza del rifugio Munkebu sulla sua via del ritorno mi sono messo a torso nudo! Differenza di temperatura pazzesca! Scendendo a 30-40 minuti dalla cima trovo la prima coppia intenta a salire e più giù altri due gruppetti che mi hanno anche chiesto indicazioni e tempi, arrivato al rifugio era finita la mia "lonelyness", da lì in poi c'era decisamente tanta gente, ma io il mio premio lo avevo già avuto! Arrivo sulla costa e mi dividono dalla macchina gli ultimi 2-3km fa caldo ci sono almeno 22-23 gradi ma lo sbalzo termico che avevo alle spalle era stato considerevole (non ho potuto misurare la temperatura ma in cima di gradi secondo me ce ne erano senz'altro meno di 10), e inizio a sognare una bella bibita ghiacciata e perchè no anche un gelato, desiderio che riesco ad appagare al chioschetto di souvenir presso il parcheggio dove ho lasciato la macchina, proprio ad Å.
Mi cambio e mi godo il premio mentre intorno a me c'è un gran trambusto e un gran viavai di persone, il parcheggio è ora pieno e la lingua più parlata di tutte sembra proprio essere l'italiano!! Altra piccola indicazione: le visite migliori anche ai paesini si fanno al mattino presto a alla sera! Non oso immaginare a quell'ora (erano le 14:30 di pomeriggio) quanta gente si aggirasse per Å... Rifocillato mi rimetto in viaggio, decido di non prendere il traghetto che da Moskenes porta a Bodø ma di prenderlo più avanti presso Lødingen per due motivi: il costo e per poter vedere di nuovo riattraversandole tutte queste isole magiche, dove le montagne irte e aguzze sembrano proprio uscire dal mare. Lungo la E10 appena dopo Reine e tornando indietro verso Svolvær c'è il villaggio di Hamnøy, forse uno dei villaggi più fotografati delle Lofoten e che per inciso fa anche da copertina alla guida Lonely Planet sulla Norvegia...il motivo? Una bella baia con diversi Rorbuer sulle loro palafitte sulla scogliera e sullo sfondo una montagna prominente e verticale così compatta da sembrare un gigantesco masso piantato nel terreno. Non mi sono fermato a fare la foto perfetta: il motivo è semplice, la foto si fa praticamente dalla E10 e a quell'ora in quel fazzoletto di terra c'era letteralmente il delirio di persone tutte a cercare di poter fare quella foto. Quindi sebbene possa nutrire un pelo di rimpianto ora per non aver voluto fare quello scatto, beh in quel momento ho pensato che stavo meglio all'idea di proseguire e basta!! Dopo tutti i bei momenti di quiete che mi aveva regalato la montagna in quella mattinata, mi sembrava di essere su un altro pianeta e quindi ho tirato dritto. Riattraverso tutte le Lofoten chiedendomi se fosse il caso di fermarmi una notte ancora ma so che ho tanta strada da fare davanti a me e non posso tenermi i giorni troppo contati altrimenti mi ritroverei obbligato a coprire grandi distanze in poco tempo e senza molte pause da lì in poi, pertanto punto diretto al traghetto e quindi arrivo a Lødingen.
La traversata che porta a Bognes è molto bella, ho tutte le Lofoten davanti a me, con il sole che già non si vede più ma che brucia da dietro le cime. Penso che se fossi stato stasera nel posto di due sere fa avrei avuto un altro tramonto perfetto, ma non lo rimpiango troppo: in fondo un tramonto perfetto già lo ho avuto e chiederne due a pochi giorni di distanza forse è chiedere troppo! Forse di uno ci si ricorda di più che di due e con ancora più piacere! Dormo in uno slargo su un bel punto panoramico un pò più in quota appena più a Sud di Ulvsvåg. Visto che sono stato bravo per tutto il viaggio e viste le notevoli performance atletiche poco prima a Svolvær avevo deciso di investire 3 euro per una lattina di birra, quindi quella sera intorno alle 22:30 mi faccio una cena veloce con due uova, pane formaggio e cetriolo...e una bella birra fredda! Forse la birra più buona del mondo, ancora una volta un pò come la mia prima mela del viaggio! BUONANOTTE :)

DOMENICA 11 Agosto - Austvågøy/Vestvågøya/Moskenesøya

Mi sveglio con un meteo un pò incerto: questa notte non è andata benissimo, credo complice l'abbuffata di pesce mi sono svegliato a più riprese! Proprio mentre mi preparo la colazione, davanti a me compaiono le sagome di due delfini! Sono ancora un pò assopito ma corro a prendere la macchina fotografica con il teleobiettivo...ovviamente questi due mascalzoni sembrano fare di tutto per non farsi fotografare! Sto con l'obiettivo puntato e con l'esposimetro già regolato sul tratto di mare dove li avevo visti per l'utima volta...ma sembrano essere scomparsi, alchè mi siedo e mi metto a mangiare, alzo gli occhi ed eccoli di nuovo: un paio di salti fuori dall'acqua e poi spariscono di nuovo! A fatica sono riuscito a fare uno scatto pessimo ma che inserisco solo per testimonianza dell'avvenimento!
Nel frattempo cerco di pensare a che cosa fare oggi: il meteo è alquanto incerto, ma controllo su internet il sito yr.no, sito norvegese che uso da molto tempo e che ritengo molto affidabile perfino per le previsioni sulle Alpi, forse per la prima volta lo uso per la Norvegia!! Apparentemente nuvolosità a parte con tendenza a schiarire non ci saranno precipitazioni...boh sarà! Decido quindi di tornare verso Svolvær perchè c'è il Fløya che è la montagna che sovrasta la cittadina e che offre una bella cima raggiungibile in poco tempo 3h 30' da letteratura per andata e ritorno, cioè per quanto mi riguarda una cosa da non più di 2h in tutto. Inoltre volevo passare per un negozio che mi avevano consigliato alla XXLofoten per reperire carte e documentazione per lo scialpinismo alle Lofoten. Non avevo tenuto però conto che la domenica è tutto chiuso, quindi mi sono accontentato della gita. La salita è piacevole anche se non particolarmente esaltante nella parte bassa, in compenso però giunti a ridosso della cima diventa un pelo più alpinistica e si rende necessario qualche breve passo di semplice arrampicata. Giunto in vetta come sempre da solo mi godo un pò il panorama, ma sferza un vento freddo e fastidioso: non voglio trattenermi troppo per evitare di dover fare il percorso a ritroso magari su roccia bagnata, tanti sono stati i passaggi su placca, semplici non da arrampicata, ma preferibili comunque in condizioni di asciutto! Mentre torno alla macchina verso le 9:30 di mattina il parcheggio è ora pieno e tante sono le persone che si accingono a salire. Un buon motivo per essere soddisfatto, in solitudine godersi il paesaggio dalla vetta è tutta un'altra cosa!
Risalgo in macchina con una mela in bocca e mi muovo verso Ovest: oggi voglio esplorare l'isola di Vestvågøya, appena superato il ponte che la collega a Gimsøya giro a sinistra per percorrere tutto il lato meridionale rimanendo fedele alla costa (strade 815 e 817), raggiungo Stamsund: qui avevo segnato un'altra gita da fare, ma proprio in questo momento inizia a piovigginare. Decido quindi di proseguire: passo per Leknes e scendo verso Sud per Ballstad seguendo la strada 818 e nel mentre il meteo si è aggiustato e inizia addirittura ad uscire il sole. Qui c'è un'altra gita panoramica che avevo selezionato, quindi parcheggio e parto per il Ballstadheia: gita di 2 ore quindi molto breve, si risale il fianco della montagna in diagonale fino a sbucare su un bellissimo pianoro sommitale, il cui punto più alto è la cima. Cima stavolta di pochissimo interesse: decido anche di non farla per percorrere invece un tratto più lungo sui punti culminanti che scendono a picco sul mare, molto più panoramici e belli.
Scatto alcune foto, ma non mi trattengo molto: non sono sicurissimo di aver parcheggiato dove potevo parcheggiare e ho anche lasciato il portafogli in macchina...si sa mai che non la trovo, non perchè mi possa venire rubata, ma piuttosto rimossa...insomma, chi lo sa? Allora corro letteralmente giù e solo in vista della macchina riprendo a camminare normalmente! Ci stanno alcune paranoie da viaggio: in fondo ero solo e in quella macchina c'era tutta la mia vita in quel momento! Mi rimetto per strada e decido di fare un salto sul lato settentrionale dell'isola presso la località di Eggum perchè segnalata dalla mia guida come luogo dove trovare bei panorami: arrivo lì ma devo constatare che panorami migliori li avevo già visti altrove inoltre l'unico parcheggio si trova dove finisce la strada ed è a pagamento: niente faccio dietro-front. Sulla via del rientro per Leknes mi fermo in una piazzola per mangiare qualcosa e farmi un caffè, erano appena le 16 e io avevo alle spalle già 2 gite in montagna, diversi km in macchina e a parte la mela non avevo toccato cibo! Durante la pausa mi faccio dei pensieri su come organizzare i due giorni successivi: gli ultimi che volevo passare alle Lofoten. C'è una gita sull'isola di Moskenesøya che vorrei fare a tutti i costi l'Hermannsdalstinden: l'unica gita con dislivello e sviluppo tutto sommato "alpini", 1000m per 10km circa per andare e altrettanti per tornare. Controllo il meteo, il giorno più bello è proprio il Lunedì, quindi decido che salterò l'isola di Flakstadøya (almeno per il momento) per andare subito in fondo verso Å (Å i Lofoten). Durante il tragitto visto che è ancora presto però faccio ancora una deviazione per Nusfjord che si trova in effetti proprio sull'isola appena menzionata. Paesino descritto come uno dei più belli: un museo a cielo aperto, in tutti i sensi...anche nel senso che per entrare tra le case bisogna pagare, il parcheggio per fortuna è gratuito. Parcheggio e decido di salire sull'avancorpo roccioso che domina il paese: in fondo non so se valga la pena di entrarvi, mi limito a fare qualche foto dall'alto e penso che sia anche una buona idea. Il paesino pur essendo molto carino da l'idea di essere stato anche qui del tutto addobbato per i turisti, quindi senza rimpianti poco dopo riprendo la macchina e inizio a vedere di dove fermarmi per dormire.
Alla fine dopo alcune deviazioni tipo verso Smeden i Sund su strade secondarie alla ricerca di un posto che però non ho trovato e dopo un tentativo di entrare con la Golf in uno slargo più adatto all'uso di un fuoristrada (grattando il sottoscocca e con il patema di non riuscire ad uscirne...la cazzata la dovevo fare a tutti i costi evidentemente!), decido di andare diretto al sodo quindi a Sørvågen da dove parte il mio trekking alla cima dell'Hermannsdalstinden. Problema: parcheggio a pagamento cash oppure l'ennesima App che mi sarei dovuto scaricare per il pagamento digitale e il primo bancomat a Leknes. Niente da fare, non posso fermarmi qui e quindi proseguo verso Å, l'ultimo paese delle isole principali e capolinea della E10 con ampio parcheggio gratuito, dove non avendo visto divieti penso di passare la notte. Effettivamente, non c'era nessun cartello visibile: solo in un cartello informativo che descriveva le regole generali per tutta l'isola e in piccolo ho in effetti trovato il divieto di campeggiare lì, ma la cosa ancora più strana era che il divieto per quel parcheggio in particolare fosse presente solo nel testo scritto in inglese, mentre non compariva in quello scritto in tedesco e in norvegese!!! Questa cosa mi è sembrata un pò discriminante ma forse è solo un errore di trascrizione...boh, non lo saprò mai. In compenso nel parcheggio ci sono svariati camper, furgoni e furgoncini di gente che ha proprio l'intenzione di fermarsi lì per dormire, quindi mi fermo anche io e visto che è ancora presto (sono le 20.30 circa), vado a fare due passi per il villaggio, lungo il molo e tra le case.
Questo paesino mi è piaciuto molto, non c'è niente di particolare ma le infrastrutture sono quelle vere dei pescatori e ci sono almeno due agenzie di cui una tedesca che organizzano lì vacanze di pesca e infatti tra i vari Rorbuer vi era in quel momento una frenetica attività si sfilettamento del pescato..e che pescato!! Dei grossi merluzzi e altri tipi di gadidi, sgombri e due grossi halibut. Assisto alla scena con la bava alla bocca, quindi me ne torno alla macchina e improvviso una pasta veramente malfatta stavolta. I miei vicini di letto sono una coppia polacca e una coppia francese, con i loro rispettivi Minivan, mentre davanti a me la maggior parte dei camper parcheggiati ha targa italiana. Partirò da qui per la gita, il che la allunga di 2,5/3km cioè tra andata e ritorno di 5/6...il giorno dopo ne farò quindi quasi 30, ma ne sarà valsa completamente la pena.

martedì 20 agosto 2019

SABATO 10 Agosto - Austvågøy

Mi sveglio come al solito prima della sveglia intorno alle 6.00 e mi preparo subito del caffè e quindi la colazione, il menù ormai consolidato è lo stesso: fiocchi di avena con mandorle, mirtilli e cioccolata, innaffiati dal caffèlatte, poi visto che ho tempo (perchè devo presentarmi in molo solo alle 8:45) decido che è il momento di iniziare a leggere "Let my people go surfing", la storia di Yvon Chouinard, fondatore di Patagonia. Libro che mi ha regalato il mio amico Andrea per il compleanno: bellissimo, personaggio estremo un vero e proprio spirito libero. Lettura che mi ha accompagnato da lì per tutta la durata del viaggio e che ho letteralmente divorato, non potevo avere un migliore accompagnamento letterario se penso a dove ero e a come mi stessi muovendo!
Arriva il momento di mettermi in macchina, entro in città, mi dirigo verso il porto e mi presento in agenzia: mi danno una tuta impermeabile e attendo sotto un piacevole e tiepido sole mattutino di salire a bordo. Lì faccio la conoscenza di Stefan un signore svizzero di vicino Zurigo che stava facendo una Pilegrimsleden, una sorta di sentiero del pellegrino a piedi da Trondheim ed era via da più di un mese! Conversiamo piacevolmente inizialmente in inglese poi in tedesco, scambiandoci informazioni su possibili gite e trekking alle Lofoten, lui ha anche un bel libro con vari tour e così ne approfitto per fotografarmene un pò da tenere buoni per i giorni successivi. Conosciamo anche Amy una ragazza taiwanese ma residente a Singapore che era in vacanza da sola. Insieme ci dividiamo l'attrezzatura per la pesca: pesca abbastanza buona, prendiamo in tutto 3 bei pesci anche se il più grosso ci scappa quando ormai era in superficie a causa del ritardo con cui sono arrivati i comandanti con il raffio per salparlo...peccato ma va bene anche così. Le 3 ore di pesca volano e sulla via del rientro i pesci vengono sfilettati a bordo mentre noi vediamo 3 aquile di mare sulla scogliera dove abitualmente nidificano e dove il comandante aveva fatto appositamente rotta. Rientriamo in porto, chi vuole può prendere del pesce per portarlo via, io mi prendo due filetti, uno sarebbe stato già sufficiente per mangiare, ma con due potevo ingozzarmi per bene al punto di esplodere: ovviamente volevo papparmeli la sera stessa. In modo del tutto non scaramantico la sera prima avevo già comperato dei pomodorini al supermercato, olio e sale li avevo portati già dall'Italia. Ci beviamo un caffè insieme io Stefan e Amy, poi ci congediamo da Amy che rimaneva a Svolvær per partire alla volta di Tromsø. Io invece do un passaggio a Stefan che a stento riesce ad infilarsi nella GOLF con il sedile anteriore completamente tirato in avanti e impossibile da regolare e ci dirigiamo verso Henningsvaer, bellissimo paesino costruito su delle isolette all'estremità sud-occidentale di Austvågøy, che poi è la stessa isola dove si trova anche Svolvær. Qui parcheggiamo e ci salutiamo. Io faccio un giro per il paesino: che dire molto pittoresco, particolare e curato ma anche molto, molto, troppo turistico: tutto addobbato e confezionato apposta con un gran via vai di persone anche di grandi gruppi che arrivano in corriera.
Mi trattengo il meno possibile, sì lo vedo fino in fondo e torno indietro, faccio qualche foto, ma la mia attenzione è più catturata dal Festvågtinden, la prominente montagna alle mie spalle e che sovrasta il paese stesso. Quella cima è la mia meta, quindi riprendo la macchina percorro i due ponti che separano Henningsvaer dalla terraferma, parcheggio e mi metto in cammino. La gita è di 3 ore in tutto secondo letteratura per poco più di 500m di dislivello, in 1h e mezza sono salito e anche sceso: del resto dislivelli e sviluppi così brevi sono ben meno di un terzo di una media gita sulle Alpi, quindi ho avuto tutto il tempo anche di godermi lo splendido panorama dall'alto e di fare diverse foto.
Tornato alla macchina sono ormai già le 17 di nuovo e io voglio trovare un'adeguata location per la mia cena a base di merluzzo! So per certo che devo andarmela a cercare sulle stradine lontano dalla E10, quindi salgo in macchina e provo a vedere che cosa offre l'isola di Gimsøya posta poco più a Nord-Ovest rispetto a dove mi trovo: faccio il periplo dell'isola ma con grande disappunto non trovo nulla di adeguato, tanto meno vicino al mare, questa isola in effetti è a grandi tratti piuttosto piatta e monotona, la percorro tutta in senso antiorario e riprendo il ponte per tornare su Austvågøy solo che appena passato il ponte giro subito a sinistra seguendo la Fv864, strada che mi pare molto promettente perchè è una strada che termina nel nulla, quindi non è una strada di passaggio se non per le poche persone che devono arrivare ad un locale (Framnesmolt AS).
Lungo la strada incontro finalmente anche la mia prima alce! Un bestione enorme che mi guarda di quando in quando continuando a mangiare a bordo della carreggiata, non scendo dalla macchina, mi limito a qualche foto dal finestrino. Alcuni chilometri più a nord di Sydalen e a pochi km dalla fine della strada trovo la piazzola fronte mare perfetta! Parcheggio e inizio a preparare la cena. Recupero una pietra piatta che mi serve come tagliere (voglio evitare di spuzzolentare di pesce il mio unico tagliere in legno), la lavo bene nell'acqua di mare e la sterilizzo sulla fiamma del fornelletto, questo perchè la zona pullula di pecore e i loro "ricordini" sono visibili un pò ovunque. Improvviso una video ricetta che forse un giorno monterò o forse anche no: merluzzo appena pescato, cotto con una generosa base di olio e dei pomodorini. Mangiata pantagruelica, ho quasi finito due filetti riempiendo due volte la pentola: mi avanzano i 3 pezzetti meno carnosi, tra cui quelli verso la coda e decido di lanciarli in mare per non stare troppo male! Il merluzzo era buonissimo, pur non avendoci messo praticamente niente e inoltre era il primo pasto con ingredienti "freschi" che facevo, quindi come le mele era a cosa più buona che potessi avere al mondo! Per digerire monto di nuovo la canna da spinning e ritento la fortuna facendo qualche lancio nel tratto di mare davanti a me, ovviamente anche in questo caso non ho preso nulla, ma forse è stato meglio così. Vado a dormire, la notte è stata meno tranquilla del solito vista la scorpacciata, apro gli occhi diverse volte, l'ultima alle 3 di mattina e posso così constatare che alle 3 di mattina c'è la stessa luce che c'è alle 23 di sera.