domenica 1 febbraio 2015

Cascata Pisciadù - Colfosco, Val Badia

Finalmente il mio buon compagno di avventure è venuto a trovarmi a Bozen: non ci sono grandi progetti alpinistici, ma l'obiettivo è comunque quello di fare qualcosa! Dal momento che la neve in Dolomiti continua ad essere un problema (nel senso che non è arrivata, sì qualcosa c'è ma poca roba): si profila l'idea di fare ghiaccio! Ora l'occasione è perfetta: non ci sono scuse, con queste condizioni gli sci si lasciano a casa e si va a fare una cascata. Il mio problema con le cascate di ghiaccio è il seguente: se ci sono condizioni per sciare, convincermi di infilarmi in una goulotte all'ombra, al freddo, al bagnato per arrampicare è una vera e propria impresa, a meno che non si tratti di un canalone sciabile :). Quindi, morale della storia: era da due anni che non arrampicavo su ghiaccio!!! La cascata in questione si trova scendendo da passo Gardena in direzione Colfosco, poco prima di entrare in paese, l'auto si lascia proprio sull'ultimo tornante, in un ampio parcheggio presso una pensione-ristorante. Nello stesso areale ci sono altre 3 cascate raggiungibili in pochi minuti, quindi è da mettere in conto che non si sarà soli! Noi affrontiamo Pisciadù che è la più facile, meglio procedere per gradi, specie per chi andrà da primo. Io oggi alla fine salirò solo da secondo: troppe poche cascate fatte nella mia vita (appena 2 e mai da primo), meglio prima riprendere confidenza con i movimenti. La cascata è composta di 3 tiri e si sviluppa in una goulotte molto bella che la spezza in 3 settori corrispondenti ai tiri stessi. Le soste sono tutte su roccia e su albero alla fine, comode in ampi tratti piani, quindi una gran bella cascata per ricominciare. Troviamo appunto molte altre cordate, in particolare quella che ci precede che è composta da una coppia: lui molto forte, sale veloce, si permette di proteggere proprio solo dove necessario, si vede che ha il passo sicuro...lei che invece sale molto lenta e insicura specie all'ultimo tiro dove ci farà aspettare almeno un'ora...quando mi toccherà ripartire ero da un lato contento di muovermi dall'altro ero diventato un pezzo di ghiaccio. Il primo tiro sale una paretina facile per arrivare ad una strettoia in cui si passa a destra di un grosso sasso incastrato, poco ghiaccio, il passaggio sembra impegnativo a vederlo, a farlo non era poi più difficile del muretto sulla doppia del canalone nord del Sass de Putia, solo che là eventualmente si cadeva su soffice neve, qui no! Va avanti Andrea che vince il passaggio senza problemi e arriva in sosta, salgo io anche piuttosto agevolemente ma proprio in quel momento mi dico: Carlo oggi vai da secondo perchè sei arruginito e non è il caso di rischiare. In sosta Andrea mi chiede se voglio andare io da primo e io gli dico che sarebbe stato meglio di no. L'amico è molto comprensivo e riprende la progressione, c'è un pò da aspettare però non troppo. Il secondo tiro si sviluppa su una parete a tratti quasi verticale ma molto molto bella, con buon ghiaccio, quindi la progressione non è difficoltosa, parlando di me che salivo da secondo, Andrea avrà qualche difficoltà a trovare i punti di ghiaccio più omogeneo dove piantare le viti.
Arriviamo in sosta mentre due cordate si stanno calando e la cordata che ci precede ha iniziato l'ultimo tiro: c'è quindi traffico e dovremo aspettare, poi come anticipato la seconda della cordata che ci precede parte e c rendiamo conto subito che sarà lunga, ma lunga, lunga. Quando Andrea risalita quest'ultima parete (non banale e decisamente più impegnativa delle precedenti) mi dice di partire è arrivata in sosta una cordata molto veloce di due ragazzi altoatesini che ci ha raggiunto. Parto io e piano piano inizio a scaldarmi mentre sono impegnato su questo ultimo tiro...quando sono in sosta sono molto contento perchè sono rientrato in temperatura e mi sento di nuovo bene.
La discesa si effettua lungo la via stessa con 3 doppie, l'albero stesso costituisce la prima calata, la seconda dalla sosta del secondo tiro e l'ultima calata o dalla sosta del secondo tiro o qualche metro più in basso sulla destra (spalle a valle) è predisposta una seconda calata, più logica perchè permette di scendere sulla lingua di ghiaccio del masso incastrato e non per aria come succederebbe se ci si calasse dal lato sinistro. Purtroppo Andrea deve rientrare a Udine, quindi ci limitiamo a questa breve seppur doverosa uscita, mangiamo qualcosa proprio nel ristorante dove abbiamo parcheggiato e ci salutiamo dandoci appuntamento al WE successivo. Io sono piuttosto provato dalla settimana di lavoro e oggi mi sono ripromesso anche di andare in studio per finire delle cose dal momento che martedì abbiamo una presentazione importante quindi va bene così. Rientro per passo Gardena, sono le 17.00 inizia ad imbrunire ma le pareti sono solcate dagli ultimi raggi di sole che tingono con fiamme di rosso ed arancione l'ombra magica di queste montagne. Penso che sono ad un tiro di schioppo da casa, in poco più di un'ora sarò a Bolzano e sono felice, posso ammirare il Sassolungo in tutta la sua forza mentre scendo verso Plan de Gralba. A Selva e Ortisei c'è tanto via vai, in fondo è sabato sera, poi tutto liscio come l'olio, arrivo a casa, sento un certo affaticamento alle braccia che mi ricorda di essere non tanto in forma...spero di poter rimediare nelle prossime settimane!

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