venerdì 11 ottobre 2013

Canalone Findenegg al Montasio

La mia prima gita in solitaria fuori dai sentieri. La più bella montagna della mia regione, a parer mio e credo condiviso da tante altre persone: lo Jof di Montasio, 2754m, una gigante di calcare. Non fatevi ingannare dalla quota non eccessiva e dal suo lato Sud, quello più "traquillo". Basta guardare il suo lato Ovest per capire che la parola gigante così inappropriata non è: 1600m di parete, tra le Alpi Orientali se la contende con la mitica parete Est del Watzmann, nelle Alpi di Berchtesgaden, un mare di calcare. Tra i miei sogni c'è anche la via di Dogna che ne risale proprio il fianco più bello e maestoso, ma è troppo presto per me per dedicarmi ad una via di alpinistica di ambiente come quella, pur stando su difficoltà di arrampicata contenute. Questa volta sono solo, è una splendida giornata di metà Ottobre 2011. Il mio piano è quello di alzarmi fino alla Forca Distreis, seguire la traccia della normale fino all'inizio del ghiaione, quindi piegare a sinistra, verso Ovest e puntare alla Grande Cengia, percorrerla fino a poco prima del Bivacco Suringar, abbandonarla per buttarmi verso destra nel canalone, risalirlo e sbucare in cresta per terminare con la vetta. Rientro scendendo lungo la normale non per i verdi ma usando la scala Pipan. Gita toccata e fuga, avevo intenzione di andare al Cinema nel pomeriggio a vedere "This must be the Place" a Udine al Visionario. Parto non troppo presto, verso le 06.30 da casa, alle 7.30 sono a Chiusaforte e inizio a salire verso Sella Nevea, ho poca benzina e un brutto presentimento alchè siccome mi sembrava di aver visto il distributore sulla statale già aperto, decido di tornare indietro. Tra una cosa e l'altra ai piani ci arriverò non prima delle 08.00/08.30. La perdita di tempo mi scoccia un pò ma così so di sentirmi più tranquillo!
Il parcheggio sui Piani del Montasio lascia intendere che ci sono già diverse persone che hanno pensato di approfittare del bel tempo come me, con i miei stessi piani però ce ne saranno solo 2, che per altro avevano dormito al Suringar e che ho incontrato all'imbocco del canalone. So di essere in gran forma, avevo già fatto molte gite durante l'estate, e appena 10 giorni prima ero stato sul Mangart e sul Triglav: voglio muovermi veloce, sentire il mio corpo lavorare. Un solo punto mi è ancora oscuro: alcuni giorni prima aveva nevicato...ci sarà neve nel canalone?! Penso: vado, vedo com'è e se non mi piace torno indietro e faccio la normale.
Arrivato all'imbocco del canalone dopo aver percorso la Grande Cengia, incontro appunto queste due persone una più anziana e un giovane ma sulla trentina. Il canalone non è proprio sgombro da neve, che è dura e compatta, sulle rocce c'è spesso vetrato, però ogni potenziale punto di rischio è aggirabile, quindi una volta individuato si cerca di passare da qualche altra parte! Le difficoltà in arrampicata sono contenute: sfiorano il 2° grado, a tratti la roccia è anche un pò sporca di detriti.
Alla fine risalirò il canalone in contemporanea con il giovane incontrato, il suo compagno più anziano rimarrà molto indietro.
Sbuco in cresta, bella sottile, con un paio di metri da fare a gattoni, poi ritorno in piedi...pochi istanti e volo verso la vettà, anch'essa "sporca" di neve. Non c'è ancora nessuno, forse sono il primo ad arrivare, avevo visto dal parcheggio persone che si dirigevano verso la normale. Scatto qualche foto e mi godo il panorama, le Giulie Orientali, in particolare il Fuart, così vicino che sembra di poterlo toccare e ovviamente il Canin. Mangio anche qualcosa, le due persone che ho incontrato nel canalone non arrivano ancora, eppure ormai sono passati un 20 minuti...mah.
Decido di scendere, mi dirigo verso la scala Pipan, una lunga scala di metallo, fatta di funi dove potersi anche assicurare e litarelle di acciaio dove poggiare i piedi, incontro più di qualcuno intento a salirla, lascio che un gruppo finisca, intanto ne approfitto per indossare l'imbrago e il kit da ferrata che mi ero diligentemente portato dietro apposta.
Durante la mia discesa faccio un incontro ravvicinato con un giovane stambecco. Gli stambecchi del Montasio sono molto noti per non lasciarsi affatto intimorire dall'uomo, alla cui presenza sono evidentemente ben abituati. C'è sempre un gruppo molto grosso che staziona sui prati al limite dei ghiaioni che si fa un baffo della gente che passa. Ovviamente per gli escursionisti è oro colato per belle fotografie, meno divertente è trovarli sopra di te sulla via con il rischio che facciano smuovere qualche pietra.
Continuo la mia discesa lungo la normale, arrivo ai ghiaioni, traverso e sono di nuovo alla forca Distreis. Continuo dirigendomi verso le malghe, con la speranza di potermi bere una birra per festeggiare la buona riuscita della gita. Ricordo di essermi sentito molto orgoglioso di me, non fu niente di eccezionale, ma per le mie possibilità e capacità alpinistiche dell'epoca, per me stesso era una gran soddisfazione...in fondo nessuno nasce imparato, no?! Arrivo all'Agriturismo Malga Montasio, ordino da bere e mi siedo fuori, guardo l'ora...non sono neanche le 14.00: in tutto ci ho messo circa 5 ore dall'aver parcheggiato ad essere sceso, con la pausa in cima...La sola via normale dai piani è data mi pare a 3 ore e mezza...mi rendo conto di aver corso parecchio! Mi dirigo verso la macchina...e trovo la sorpresa: mio padre e mia madre che sono venuti a trovarmi con tanto di binocolo!! Mi ero ricordato che avevo detto a casa, se volete fare una gita ai piani, ci vediamo là quando scendo! ...e così è stato! Putroppo non posso trattenermi tanto: devo essere in città entro le 16.00 per fare la doccia ed riuscire a vedere lo spettacolo delle 16.30 al cinema. Quindi scatto in macchina, consiglio ai miei di godersi un pò il verde dell'altipiano e che ci saremmo rivisti per cena (che figlio...) e mi fiondo verso Udine. La giornata è stata bellissima, da incorniciare...e nondimeno: sono riuscito a vedermi il film!

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