martedì 8 ottobre 2013

Creta d'Aip (2279m) - Pilastro Sud-Est

Una discreta giornata di Ottobre, anzi per tutta l'ascesa più bella che semplicemente discreta, poi meno soleggiata e più bagnata (eravamo però già sul sentiero sulla via del ritorno), decido con Paolo di andare sulle Carniche ad arrampicare. Paolo è un cugino di mia madre, ma alpinisticamente per me è lo "zio Paolo", non più giovanissimo ma in forma assolutamente invidiabile per i miei coetanei. Giovedì ci sentiamo telefonicamente, ho guardato un pò i miei libri e gli snocciolo le mie proposte: sia chiaro vie facili, corte e possibilmente ben protette, oltre che esposte a Sud visto il periodo. Prendo il mio fidato libro "Friuli Orientale" della collana "Quarto Grado", fatto molto bene e subito mi salta all'occhio questa via. Sono 5 tiri con un solo passaggio un pò impegnativo per altro sul primissimo tiro: max 4+, poi diventa veramente facile, 170m di sviluppo...è fatta! Paolo mugugna un pochino per il passaggio chiave (in realtà non capisco il perchè: da secondo a Doberdò del Lago l'ho visto chiudere senza battere ciglio "Bianca" e "Bianchetta", ma le mie argomentazioni lo convincono, vado su io, il passaggio è ben protetto, è proprio all'inizio quindi non a metà parete e se non ce la facciamo torniamo indietro! Bene, è deciso si parte. Alle 6.30 di mattina Paolo arriva a casa mia e partiamo, decidiamo di fare l'autostrada fino a Pontebba e da là salire al Passo di Lanza, dove quest'anno è passato anche il Giro d'Italia. Ci sono molte nuvole basse e man mano che si sale la nuvolosità aumenta, il bollettino aveva detto che oggi ci sarebbe stata inversione termica, c'era solo da chiedersi a quale quota! Passati i 1400, prima ancora di arrivare al passo, in un baleno le nuvole si sono diradate e ci è apparso quello che speravamo: un bel cielo azzurro! Parcheggiamo e scendiamo dalla macchina, prima sensazione: però non fa freddo, c'era una bellissima temperatura, io avevo sù il mio pile e quasi senza essermi mosso, sentivo il bisogno di togliermelo e rimanere in maglietta.
Diamo un saluto al Cason di Lanza, dove prudentemente avvisiamo dove siamo diretti, io bevo anche un succo di mirtillo, quindi partiamo per l'avvicinamento: una bella passeggiata in un ambiente alpino molto rilassante, con i tipici colori dell'autunno. Seguiamo il sentiero 439 e arriviamo alla traccia alla base delle rocce, ora dovremo traversare per arrivare alla sella di confine.
Passiamo davanti alla "via comune sud" e alla "ferrata crete rosse", quest'ultima (per altro già fatta qualche anno prima) sarà la nostra via di rientro. Arriviamo alla sella erbosa di confine, davanti a noi la valle della Gail (credo), l'Austria..sotto un manto bianco e compatto di nuvole, a Est sbucano le sagome inconfondibili delle Giulie Orietali: la Škrlatica, il Mangart, il Triglav e lo Jalovec, delle Occidentali si vede lo Jof Fuart, il Montasio rimane ancora un pò nascosto.
Attacchiamo la via, dopo i primi 5-6 metri si arriva a questo bel diedro, fessura piuttosto ampio, molto ben protetto e molto poco appigliato, è un 4+ però abbastanza tecnico, da fare in opposizione, la guida consigliava di partire stando sulla fessura e poi spostandosi sulla paretina di destra, io sono rimasto sulla fessura per tutta la lunghezza lavorando bene di gambe. Sosta, recupero lo zio e riparto, secondo e terzo tiro facili, senza nulla da riportare. Si arriva alla fine del penultimo tiro trovando una cassettona rossa con il libro della via, lasciamo il nostro autografo, quindi ultimo tiretto su difficoltà molto basse e sbuchiamo in cresta. Il panorama è fantastico, bucolico, rilassante.
Ci dirigiamo verso la vetta, io esco dal sentiero e cerco i passaggi più impegnativi tra tutti quei blocchi fessurati di calcare, giusto così per divertirmi ancora un pò, cima, foto, un pacchetto di crackers e visto l'avvicinarsi della pioggia, discesa. Dalla vetta il panorama è indescrivibile: le Giulie al completo, perlomeno e vette più importanti Orientali e OCcidentali, le Carniche (Coglians, Chianevate) tra cui verso Sud il bellissimo gruppo Sernio Grauzaria. Scendiamo verso l'uscita della via e prima di arrivare a questa, pieghiamo a destra sulla traccia per la ferrata crete rosse, la ripercorriamo all'indietro, tendenzialmente senza usare la corda, poi per essere più veloci, visto l'incombere della pioggia, la corda la useremo entrambi, arriviamo alla traccia alla base delle rocce, io volo letteralmente e recuperare lo zaino lasciato all'attacco della via, mio zio si toglie l'imbrago e mi aspetta, ritorno quindi giù veloci. Poco prima del Cason di Lanza inizia una leggera pioggerellina, ma manca poco. La gita è finita, alpinisticamente niente di eccezionale, ma solo una bella escursione autunnale su una bella e soprattutto panoramica montagna, in buona compagnia.

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