venerdì 11 ottobre 2013

Wilde Leck...tentativo senza successo

Ogni tanto bisogna riportare anche di quelle gite concluse con un nulla di fatto, con un buco nell'acqua, è sempre un peccato per tanti motivi, non ultimo aldilà della sicurezza che è il motivo più importante e che voglio dare per assodato...quello che per noi purtroppo andare in montagna significa un viaggetto andata e ritorno di 500km se stiamo in Allgaeu (le Alpi pi vicine), 650km per Oeztal e Silvretta, poco più per le altre valli glaciali tirolesi, 900km per e Dolomiti, 1000 per il Vallese....dalla mia Udine andare e tornare dalle Giulie, sono un 100km, o 120 dipende dove si vuole lasciare la macchina, sulle prealpi ci posso andare in bici dalla città: per i vecchi alpinisti udinesi era normale pedalare dalla città per arrivare sul gruppo Sernio-Grauzaria, la palestra degli udinesi (oltre al Glemine di Gemona, ma quello non è proprio in ambiente alpino), cioè quello che per i Lecchesi è il gruppo delle Grigne. Siamo a cavallo tra maggio e giugno: ispirati da tutte le cose che abbiamo già fatto quest'anno, abbiamo ancora un WE lungo e vogliamo riuscire a sfruttarlo. Per i tour estivi è ancora presto, mancano le idee, ha fatto troppo caldo per buttarsi su una parete Nord, c'è troppa neve ancora e sicuramente non ha ghiacciato perché è stato caldo e nuvoloso sempre. Sono con Denis, quindi lo scialpinismo purtroppo lo devo escludere dai miei pensieri...benchè sia stagione. Decidiamo di andare in Oeztal...la nostra speranza è di attaccare la Cresta Est del Wilde Leck, una bellissima arrampicata su ottimo granito che sfiora il IV grado inferiore. Siamo convinti che la cresta sia libera, sappiamo che per attaccarla dalla Amberger Huette c'è da passare sul ghiacciaio, quindi sì neve ce ne sarà ancora parecchia...che fare? Boh, ci proviamo.
Partiamo in serata dopo lavoro, verso le 18.00, poco dopo le 21.00 parcheggiamo la macchina in località Gries in Oeztal, o meglio in una valle laterale sul lato orientale della Oeztal. C'è da salire, un'ora e mezza: siamo partiti in fretta e furia senza controllare bene, non sappiamo se l'Ambergerhuette è dotata di Locale invernale o no, sul sito avevo dato un'occhiata veloce ma non avevo trovato informazioni a riguardo. Abbiamo il necessario per cucinare e dormire all'addiaccio. Saliamo nel buio, il torrente di cui seguiamo il percorso dal sentiero rimbomba, tanto gonfio di acqua come è. Il cielo non promette nulla di buono, minaccia pioggia...forziamo il ritmo, dopo appena un'ora siamo già arrivati.
...è bello come in montagna ci si rallegri delle più piccole cose, durante la salita aveva iniziato a gocciare, i nostri pensieri sono andati alla nostre notte all'aperto: subito entrambi abbiamo sperato ci fosse almeno un'area del rifugio in cui trovare riparo, una tettoia o cose del genere, almeno per stare all'asciutto, magari anche un pò riparata dal vento. Arrivati al rifugio, siamo già felicissimi: c'è una grande area coperta e ben riparata...pensiamo: non potrebbe andarci meglio, ci togliamo lo zaino. Io tanto per togliermi ogni dubbio, inizio a provare ad aprire tutte le porte che trovo...si sa mai! Quella del rifugio ovviamente è chiusa, altre due anche...poi quella di un deposito dove c'è anche legna da ardere, quella è aperta: penso, ottimo se viene una bufera possiamo entrare, poi mi giro e provo l'ultima porta... Era quella del locale invernale: luce, riscaldamento, piastra per cucinare, tavolo e 14 posti per dormire...nessuno oltre a noi...chiamo Denis: era al settimo cielo, quando gliel'ho detto! Anche io non posso negarlo dopo il viaggio e la salita ero ben contento che avessimo avuto un regalo del genere...ci sembrava di essere in una suite di un hotel a 5 stelle. Ci cambiamo dagli abiti fradici del nostro sudore più che dalla leggera pioggerellina, scaldiamo una minestra con un pò di pastina...ci starebbe una birretta, ma va bene lo stesso! Quindi a nanna.
Ci svegliamo alle 4.30, facciamo colazione e intorno alle 5.30 siamo in cammino verso il Sulzferner, dopo le morene inizia il bianco..e con questo i problemi: per risparmiare sul peso e sull'ingombro avendo anche tutte le cose da camping, abbiamo pensato bene di lasciare le ciaspole in macchina (due pirla, averle portate pensando che sarebbero state utili e nella frenesia della salita la sera precedente, lasciare in macchina...).
Morale della storia: abbiamo dovuto tracciare il percorso con neve che arrivava spesso oltre al ginocchio e dopo oltre 5 ore eravamo arrivati appena ai 3000m, cioè la quota di attacco della cresta, finalmente alle rocce. Ora, la cresta era bella pulita e percorribile come lo avevamo immaginato, ma: io avevo crampi ai quadricipiti avendo anche portato sempre la corda, anche Denis era provato...il problema maggiore era l'ora: attaccare quella cresta alle 11.00 era troppo tardi, faceva caldo e la neve presente sulla via di rientro non sarebbe più stata compatta, ma avremmo rivissuto l'esperienza dell'Oestlicher Daunkogel (anche perchè viste le nuvole della sera prima e la temperatura, non aveva sicuramente fatto in tempo a gelarsi e la prova era già evidente dal lungo ed estenuante percorso sul ghiacciaio).
Ci riposiamo una ventina di minuti sulle rocce, ci godiamo il panorama...per oggi questa è la nostra cima, decidiamo che saremmo scesi e che per il giorno successivo avremmo cercato un'alternativa a quote più basse, magari in Allgaeu. Questa volta, abbiamo fatto un paio di ingenuità nella scelta dell'itinerario e per quanto riguarda l'attrezzatura, succede, dopotutto nessuno nasce imparato, un pò ce l'aspettavamo ma fino all'ultimo abbiamo sperato si potesse fare.
Sul Wilde Leck torneremo ma a stagione inoltrata, pare che la sua cresta Est sia una delle più belle arrampicate di cresta della Oeztal, ottima roccia, ambiente bellissimo. Un altr'anno!

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