lunedì 21 luglio 2014

Mur de Pisciadù Orientale, Sperone Nord-Est

Per la domenica visto anche un meteo meno stabile scegliamo una via più corta e nelle immediate vicinanze dal parcheggio dove abbiamo dormito, anzi il parcheggio è anche il punto di partenza e arrivo. Dal parcheggio verso la ferrata Tridentina, si passa oltre continuando per il sentiero 676 verso la Val de Mezdì, prima di arrivarci ci si alza per prati in direzione di un grande blocco alla base della parete. Da relazione l'attacco è posto sopra e a destra del blocco stesso, l'attacco è su uno spuntone. Poco più a destra c'è anche una clessidra con cordino. Parto da primo e risalgo la prima fessura tirando dritto per dritto fino ad uno strapiombo e tiradomi dietro le "ire" del mio amico che mi rimprovera di essere già finito fuori via...ovviamente ha ragione. Ho risalito quasi sprotetto una fessura forse di 5° anzichè sfruttare la facile cengia che obliqua verso destra, dove si rinviene una protezione su clessidra e cordino blu. Qui in realtà già sosterò. Per tutta l'arrampicata ci siamo chiesti se abbiamo seguito la via corretta: non ci siamo mai ritrovati al 100% con la topografia, abbiamo ritrovato molte clessidre con fettuccia, ma le distanze dei tiri non hanno mai combaciato con le nostre soste. La parete è molto articolata e si lascia vincere n diversi punti senza passaggi obbligati, a parte il mio errore iniziale non supereremo mai il 4° grado, sebbene fino a metà le difficoltà rimangano piuttosto sostenute, poi la parete molla notevolmente. Non siamo in vena di fare grandi foto o prendercela comoda in quanto sappiamo che c'è il rischio concreto che il tempo cambi verso mezzogiorno, piano piano infatti le nuvole si addensano senza mai diventare veramente minacciose ma ci sono tutti gli elementi per pensare che di lì a poco si sarebbe messo a piovere. A metà parete inizia infatti a gocciare, proprio mentre io sto per partire per l'ultimo tiro un pò più impegnativo, valutato di 3+ o 4- mi pare. Da lì in poi tutto si svolge su difficoltà più basse anche se la qualità della roccia fino a quel punto ottima inizierà a peggiorare: blocchi instabili, detriti, bisogna fare un pò più di attenzione. Spingiamo sull'acceleratore per uscire fuori dalla parete prima che inizi a venire giù la pioggia e per evitare un possibile temporale. In realtà per nostra fortuna tempo pochi minuti e le nuvole si spostano lasciando di nuovo spazio al sole proprio mentre io risalgo l'ultimo canalino di 1° o 2° grado che porta fuori.
Alla fine anche questa non sarà una via brevissima: tra varianti e l'attacco abbiamo sicuramente fatto più di 400m d sviluppo. Certo non sono cose di cui vantarsi, però ci siamo divertiti. C'è giusto il tempo per una foto di rito in cima, poi via al Rifugio Pisciadù per mangiare qualcosa e quindi giù in valle per rientrare al parcheggio. Al parcheggio sistemiamo l'attrezzatura, ci cambiamo e decidiamo di mangiare qualcosa del salame e del formaggio ce ci eravamo portati dietro e di dividerci una "Augustiner" che avevo portato io dalla Germania. Non si può resistere a questi momenti, dove ce la si racconta, si fanno altri piani, si parla di altre cose e ci si gode il giorno che volge al termine..già questi momenti vanno vissuti fino in fondo: con un amico dopo due bellissimi giorni di arrampicata, nelle nostre montagne preferite, è sempre un momento che va festeggiato e vissuto fino in fondo... Certo questo avrà la conseguenza che da quel parcheggio io ripartirò verso le 19.30...il che significa: occhi aperti e concentrato per altre 5 ore buone per tornare a casa intero...

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