martedì 14 luglio 2015

Cima Alta di Riobianco - Spigolo Nord, variante originale (III), Alpi Giulie

Questo Week End era una promessa che avevo fatto a Paolo: scalare insieme lo spigolo Nord della cima Alta di Riobianco nelle splendide e amatissime Alpi Giulie. Si tratta di una circostanza particolare, un sogno nel cassetto, quindi credo sia il minimo far raccontare questa storia a lui. Io posso solo fargli i complimenti, a 68 anni avere la voglia e l'entusiasmo di lanciarsi in avventure del genere merita senz'altro il massimo rispetto.
Cima alta di Riobianco, spigolo Nord - Ho visto per la prima volta lo spigolo Nord della Riobianco quasi 50 anni fa. L’eleganza del suo profilo, il colore della roccia, l’ambiente in cui è inserito mi avevano colpito. Sulla guida delle Giulie del Buscaini, uscita pochi anni dopo, la salita è descritta come la più bella del circo di Riobianco: purtroppo però le difficoltà alpinistiche che presenta risultavano fuori dalla mia portata. Tra gli amici con cui sin da prima di allora avevo condiviso la passione per la montagna e con cui ho fatto numerosissime escursioni anche di un certo impegno, nessuno ha un’esperienza alpinistica tale da condurre con sicurezza una cordata su una via di queste caratteristiche. Tuttavia, nonostante l’avanzare degli anni non ho mai abbandonato il desiderio di provarci; ci voleva però un vero capocordata. Ho lanciato l’idea a Carlo almeno due anni fa: accolta con entusiasmo. Finalmente si è presentata l’occasione buona e sabato siamo partiti- Sabato salita al Corsi e pernottamento (previa salita da parte di Carlo fino in cima al Jouf Fuart, tanto per muoversi un po’). Domenica mattina scavalchiamo la sella Vallone (con un po’di fatica da parte mia per il peso della mia parte di materiali. Attacchiamo alle 9 scomodando un paio di stambecchi che riposavano vicino all’ometto che segna l’attacco della via originaria Klug-Stagl. Ovviamente non ho motivo di fare una relazione tecnica della salita; riporto solo impressioni e sensazioni. La salita è semplicemente entusiasmante! Si sale sempre in piena esposizione, la roccia è ottima anche se, nella parte bassa, molto compatta e senza troppe possibilità di posizionare protezioni in aggiunta a quelle già in parete (ma questo è più che altro un problema del capocordata, e se ti fidi di lui non ci sono timori!). I passaggi segnalati come i più impegnativi (placca adagiata sul 3° tiro, diedro camino all’inizio dell’ultimo tiro ..) non creano problemi neanche ad un modesto alpinista in quanto offrono sempre buoni appigli su ottima roccia e non raggiungono mai il 4° grado. In compenso l’arrampicata sul tratto superiore dello spigolo vero e proprio, aereo, ricco di appigli e con difficoltà sempre contenute entro il terzo grado è veramente splendida. Sbuchiamo in cima dopo circa 3 ore e mezza. Inutile sottolineare la mia soddisfazione per “la realizzazione di un sogno”. Breve sosta in cima, 3 doppie per ridiscendere in forcella Riobianco. Dovevamo ritornare al Corsi; a questo punto la scelta : rifarsi in salita il ghiaione della sella Vallone o raggiungere la sella per la “Via del Centenario”? Optiamo per la seconda, più piacevole e panoramica , ma assolata e alquanto faticosa per i continui saliscendi, col carico dei materiali e con ore di “lavoro” alle spalle. Verso la fine la sorpresa della galleria: e chi se la ricordava? Buio pesto, le frontali al rifugio; non si sa come prosegue ma indietro non si torna. Non resta che calarsi in maniera poco ortodossa nel canalone a destra , pieno di sfasciumi, con due piccoli salti e senza la certezza di sbucare facilmente in sella. Finalmente coi piedi per terra. Il resto è solo storia di birre al Corsi e (per me) di mal di piedi sull’interminabile stradina dalla malga a fondovalle. Grazie Carlo

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