domenica 10 maggio 2015

Torre Inglese, via normale (IV-) ...e pomeriggio sciatina!

Se è vero che alpinisticamente parlando questa sicuramente non è una gita con la G maiuscola, tuttavia merita di essere raccontata perchè è stata proprio una giornata bellissima e rigenerante. Partiamo già dal viaggio: sono le 6.30 di mattina e mi trovo sull'autostrada A23, poco prima di Gemona, solita tratta non solo della mia nuova vita ma anche di quella precedente! Il Friuli si riempie di primavera, un verde rigoglioso, intenso tinge le colline e la strada punta dritta verso le montagne. Arrivo a Sappada e la valle è già avvolta in un bellissimo sole mattutino, le cime brillano e io sono so che questo è un giorno speciale, sì perchè arrivato a Santo Stefano, non girerò a destra per il Comelico, ma a Sinistra verso Auronzo dove troverò Paolo: galleria, lunga poi sono fuori, mi immetto sulla strada principale appena qualche secondo ed eccole lì, le Tre cime di Lavaredo svettano maestose a dominare il cielo...questa strada, passando poi per il Passo 3 Croci è sicuramente una di quelle a rischio incidente perchè non si può proprio evitare di guardarsi un pò intorno, fermarsi sarebbe un problema, non si arriverebbe più a destinazione! Ad Auronzo trovo Paolo, dopo il caffè di rito ci dirigiamo verso Cortina e saliamo verso passo Falzarego. Il nostro obiettivo sono le 5 torri: l'idea sarebbe quella di fare una o due vie corte e semplici. Dietro con noi abbiamo di tutto: materiale da roccia e scialpinismo.
Risaliamo in macchina la strada che porta al Rifugio 5 Torri, parcheggiamo, ci sono diverse altre macchine, alzo gli occhi e individuo subito già 3 cordate sulla Torre Grande, per altro gente brava, io sono a digiuno di arrampicata da Gennaio non tocco roccia e non intendo andare oltre al 4° grado! Seguiamo il sentiero ad anello che gira intorno alle torri e dopo poco arriviamo anche all'obiettivo: la Torre inglese. Si tratta di una via di due sole lunghezze con uno sviluppo che arriva forse a 60m. Ci prepariamo e insieme facciamo un bel ripasso delle corde doppie in modo da non aver dubbi una volta in cima, quindi parto: la prima lunghezza si sviluppa su una fessura-camino valutata IV- che ci sta sicuramente, la roccia salda ovunque è un pò levigata nella parte bassa. In tranquillità ma tutt'altro che sciolto nei movimenti e nella confidenza con l'elemento roccia risalgo fermandomi di quando in quando a cercare prese e appoggi: penso di essere ridotto veramente male ma almeno oggi ho interrotto un digiuno, tra i due chiodi cementati che proteggono il primo tiro sento di voler integrare con qualcosa, cerco tra i miei friends, ne provo 3 prima di trovare quello giusto e anche lì il mio morale si abbassa, penso a quante me ne avrebbe dette Andrea...Comunque giunto ad un anellone cementato, forse una sosta vecchia o aggiuntiva boh, la relazione dice di portarsi a destra e risalire una fessura. Traverso mi ci porto sotto: ad occhio è ben appigliata ma un pò strapiombante e per i piedi vedo poco: penso, ma non doveva essere un IV-?! Effettivamente per le mani c'è gran bella roba ma per i piedi bisogna andare in aderenza. Passato questo ostacolo sono su terreno facile e in breve raggiungo la sosta, recupero Paolo e ci prepariamo per il tiro successivo, che sappiamo essere più facile III+, vedo i chiodi cementati, la parete è appoggiata e si presenta molto bene: infatti il secondo tiro è molto bello, roccia compattissima, solida, ci si può veramente godere la progressione. Arrivo in cima e in sosta, recupero Paolo, un paio di foto, la meticolosa preparazione per le doppie. Due calate con calma e ritorniamo alla base. E ora? Ora viene la parte divertente: potremmo fare una seconda torre, MA...abbiamo con noi gli sci! Quindi decidiamo di tornare alla macchina, scendere e portarci al parcheggio degli impianti che portano al Rifugio Scoiattoli, solo un paio di km più verso il Passo e rifugio che per altro serve le 5 Torri, infatti al mattino girando intorno a questi blocchi bizzarri che sembrano una partita a scacchi interrotta già lo avevamo a tiro.
La pista sappiamo essere ancora innevata, sono un 400m di dislivello. Inforchiamo gli sci e con calma risaliamo la pista dove effettivamente la neve si presenta bene: compatta e perfettamente trasformata. Arriviamo al rifugio scoiattoli, tira un pò di vento ma nel complesso si sta benissimo, il sole è il protagonista: la Tofana di Rozes si staglia dietro di noi con le sue canne d'organo, di fronte a noi l'Averau, poi a sinistra i Lastroni di Formin, sbuca anche il Pelmo, poi le crode della Croda da Lago, Antelao e Sorapiss...insomma un panorama di tutto rispetto! Dopo una pausa inforchiamo gli sci ed è il caso di dirlo ci godiamo fino in fondo questa neve splendida, specie nella parte alta dove abbiamo potuto veramente tirare delle gran belle pennellate. Giornatona insomma: arrampicata la mattina e sci al pomeriggio! Tornati alla macchina saliamo al Ristorante Bar da Strobel poco sotto Passo Falzarego, per una Radler. Quindi ci salutiamo.
Per me la magia della giornata non è ancora finita perchè da qui per tornare a Bolzano dovrò purtroppo ancora fare quella bruttissima e noiosissima strada che passa il Passo Valparola, scende in Val Badia, risale a Passo Gardena e scende in Val Gardena....inutile dire che il panorama era eccezionale, la Marmolada, le Conturines, mentre sbuca il Sella lo sguardo va alla ricerca della Val Scura del Sass Songher, ma non può fermarsi lì perchè là in fondo il Sass de Putia si staglia isolato, richiama gran bei ricordi e pretende lo sguardo per sè. Poi una volta scesi la paretona del Sass de la Crusc e poi il Sella in tutta la sua forza...ed è meglio che non scriva oltre perchè ce ne sarebbe ancora da qui fino a Selva. Tutto qui, nella sua incredibile semplicità, una fantastica domenica in Dolomiti.

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