domenica 26 agosto 2018

Punta di Finale (Fineilspitze) - 3516m, Traversata Cresta NE/SW

Siamo nelle Alpi Venoste altrimenti note come "Oetztaler Alpen", qui si snoda la cresta di confine tra Alto Adige e Tirolo, oltre a costituire parte della dorsale alpina principale. Quest'anno partecipo al corso AG1 della scuola Celso Gilberti per la prima volta in qualità di istruttore sezionale e quindi questa gita rientra in questo contesto nuovo per me in cui sto imparando a muovermi e crescere.
Ovviamente la didattica viene prima di qualsiasi altra cosa, ma a differenza del WE precedente che abbiamo passato in Adamello questa volta c'è la seria intenzione di concludere il corso in bellezza con la salita ad una bella cima. Giunti a Maso Corto prendiamo l'impianto che porta in cima al ghiacciaio della Val Senales salendo a più di 3200m. Da qui scendiamo per sentiero per poi salire sul ghiacciaio dell'Hochjocjferner tenendoci più ad Est dell'area sciistica, dopo gli skilift aggirando la Schwarze Wand la lingua glaciale che scende dai Fineil Koepfe si presenta più ripida e costituisce il terreno ideale per il corso. Il ghiacciaio con grande dispiacere di tutti si presenta in grandissima sofferenza, chissà se tra 10 anni potremo fare qui ancora il corso di ghiaccio, preoccupazione se vogliamo di ben poco conto rispetto alle conseguenze invece ben più gravi del surriscaldamento globale. Trascorriamo la giornata ripetendo tanti argomenti già affrontati: tecnica di passi con i ramponi, calate, paranchi, recupero da crepaccio e verso sera ci dirigiamo al sottostante rifugio Bellavista dove pernottiamo. Dopo la cena e un breve confronto con gli altri conveniamo di fare per il giorno seguente la gita alla Punta di Finale. La Punta di Finale o Fineilspitze è ben visibile dal rifugio, è particolarmente nota perchè a ridosso della stessa nella sella che divide quest'ultima dal Similaun è stato trovato negli anni 90' Oetzi, la mummia del Similaun, ora protagonista dell'omonimo museo a Bolzano. La via normale risale la cresta NE, quindi dalla nostra posizione dovremo spostarci sul lato più lontano da dove ci troviamo, la cresta presenta passaggi di I grado (e volendo cercarlo anche di II). Per la discesa scenderemo lungo la cresta SW che generalmente si sfrutta per lo scialpinismo, la difficoltà di quest'ultima è espressa come "roccette". Lasciamo il rifugio intorno alle 5 di mattina per andare a prendere una traccia con passaggi attrezzati che risale un'isola rocciosa che divide il ghiacciaio sommitale che scende dalla cima in due lingue. Si passa di qua in quanto quella occidentale alla base della quale il giorno prima abbiamo fatto le esercitazioni, si presenta salendo molto ripida e crepacciata, tutto è segnato con comodi bolli e ometti. Le prime cordate tra cui la mia giungono alla base delle rocce con qualche minuto di vantaggio sull'ultima; quando anche questa finalmente arriva in vista notiamo la presenza di un componente in più: slegato, senza attrezzatura e...a 4 zampe!! Una delle caprette che sostano nei paraggi del rifugio, complice forse qualche corsista che le ha offerto del sale la sera prima, ha deciso di seguirci...
Sbuchiamo a 3144m dove arriviamo su ghiacciaio, ci leghiamo e puntiamo sempre muovendoci verso Est all'evidente cresta Nord della nostra cima che dovremo scavalcare per poi puntare all'Hauslabjoch. Io sono con Alessandro e Marco e Beeerto, sì il nostro ospite a 4 zampe! Il passaggio per scavalcare la cresta nord prevede di risalire su roccia una decina di metri, un passo solo di I-II grado ma abbastanza alto, tanto che sbucati noi sulla sommità, la nostra capretta sembra trovarsi in difficoltà (su questo saremo però smentiti). Non la vediamo arrivare ma decidiamo di proseguire, ci portiamo su ghiacciaio scendendo prima di un centinaio di metri sulla cresta per prendere una comoda dorsale nevosa che aggirando i crepacci ci metterà sulla direzione giusta per il già visibile Hauslabjoch. Io ho passato una notte d'inferno al rifugio dove complice un gran caldo nella camerata non ho praticamente chiuso occhio...infatti l'Hauslabjoch passo dopo passo, sembra davvero non voler arrivare mai e sento anche la palpebra cadere. Non arriviamo proprio fino alla forcella ma ci teniamo più a destra dove raggiunta la prima cordata del nostro gruppo ci prendiamo un pò di pausa. Da qui guardando verso Sud è ben visibile il cippo di pietre sul luogo di ritrovamento di Oetzi. Da qui girandomi indietro vedo arrivare la terza cordata con Beerto! Insomma la nostra mitica capretta ce l'ha fatta! Iniziamo quindi a risalire in conserva la cresta e a tratti iniziamo a mettere un pò giù le mani, cosa che rende la progressione molto più piacevole e interessante della tutto sommato monotona e noiosa pestata di neve fatta fino a quel momento. Anche la terza nostra cordata si sta muovendo sulla cresta. La roccia è ottima bei blocchi solidi, con tanti spuntoni e fessure, facilissima e agevole da proteggere, solo il meteo non è esattamente dalla nostra. Quando tocchiamo la cima e le tre cordate si ricompattano la visibilità è decisamente bassa e inizia pure a nevicchiare timidamente.
Senza troppi indugi, previo qualche foto (che riporto qui prendendola dalla pagina Facebook della scuola) con i partecipanti e....la capretta...iniziamo la discesa. La cresta SW è molto corta e semplice, giunti su una sella dove verso nord parte un canale nevoso, mentre la cresta si eleva di nuovo scendiamo verso il ghiacciaio proprio sfruttando il canale. Qui troviamo le due cordate mancanti che non hanno fatto la traversata. Ritorniamo sull'isolotto roccioso dell'andata, ci sleghiamo e scendiamo verso l'Hochjoch. Da qui breve risalita al rifugio, Beerto è stanca ma completerà anche lei la traversata della Punta di Finale arrivando al Bellavista sana e salva. Il meteo pur mantenendosi variabile è intanto anche migliorato ed è uscito il sole. Una volta ricompattato il gruppo dopo una dovuta pausa in cui non ho potuto fare a meno di togliere i maledetti scarponi (dolore allucinante ai piedi), scendiamo per il sentiero e poi per la pista da sci che portano a Maso Corto. Nonostante sia più tardi di quanto previsto una volta che tutti si sono ricomposti, decidiamo di andare a concludere il corso con una bella mangiata al Biergarten della Forst poco prima di Merano.

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