mercoledì 19 marzo 2014

Piz da Lec, 2910m - Scialpinismo

Siamo giunti all'ultimo dei nostri 4 giorni a disposizione, siamo al Passo Camporosso, sono le 5 di mattina e io sono sveglio: mi vado a sedere perchè disteso ho troppi dolori al collo, Andrea si rigira e lamenta anche lui dolori muscolari, la cosa mi solleva perchè almeno non sono il solo! Verso le 7 siamo in piedi e andiamo a Corvara, facciamo colazione in un bar e discutiamo il programma. Già eri avevamo pensato a questa cima nel gruppo del Sella perchè offre un'ascensione breve (pensando alle nostre povere gambe e prendendo gli impianti si intende) e una bella discesa sui 45°.
Giunti l parcheggio della funivia Boè, saliamo ocn la stessa e poi ne prendiamo un'altra di cui non ricordo il nome, questa ci porta a circa 2500m, da qui dobbiamo scendere tenendoci a sinistra in una conca per risalire a piedi un crinale fino ad una paretina di 10m circa attrezzata con scala e fune, una sorta di ferratina.
Io sono incredibilmente in forma, la notte non so come mi ha dato ristoro e il mio corpo risponde alla grande, anche Andrea è sorpreso della mia performance anzi mi urla di andare più piano se non voglio lamentarmi in discesa. Usciti dalla paretina ancora un tratto ripido e giungiamo su un pianoro dove possiamo rimettere gli sci. Proseguiamo e arriviamo ad una strettoia prima del tratto finale, stretta, con cornici e ripida, togliamo di nuovo gli sci e proseguiamo per questo infido tratto a piedi.
Ora siamo nel tratto finale, sci di nuovo ai piedi, io risalgo tenendomi sulla sinistra per risalire una dorsale che termina nella cresta che conduce alla croce di vetta. Andrea mi segue con qualche minuto di distanza. In cima il panorama è spettacolare, le Odle, le cime delle Dolomiti di Sesto, quindi le Tofane, il Sorapiss, l'Antelao, il Pelmo, il Civetta, la Marmolada e sul lato opposto il baratro sulla Val de Mezdì. Diamo un'occhiata al libro di vetta, non abbiamo trovato tracce di passaggio a meno che altre persone abbiamo pesato di lasciar perdere di scrivere qualcosa, siamo i primi dall'estate scorsa che tornano quassù.
Dopo una breve pausa, sci ai piedi e scendiamo diretti il pendio sotto la croce di vetta che ci offre una buona neve, ripassiamo per la strettoia sci ai piedi e ridiscendiamo fino ad un secondo pianoro, qui si deve lasciare la traccia di ascesa e ci si deve portare a sinistra dove superando una cornice ci si infila in bel vallone. Da questo punto in poi la sciata diventa un sogno: troviamo neve perfetta, polverosa, fantastica da scendere. Il vallone porta quindi ad una bella parete di almeno 45° che scendiamo una alla volta. Andrea come solito in discesa passa per primo, quindi tocca a me...Ricordo benissimo questo tratto, pennellando curve strette sul ripido (cosa che adoro fare) su una polvere magnifica...ho urlato dalla gioia ad ogni singola curva fino in fondo. Da qui le possibilità sono varie, ci infiliamo però nel vallone consigliato dalla relazione e ci ritroviamo in un canalone ripido, stretto e con neve crostosa che ci obbliga in qualche tratto e derapare con in mano la picozza. Alla base di questo si apre un vallone che conduce nel bosco, da qui si prosegue fino ad incrociare la strada che porta da Colfosco a Corvara.
Siamo al parcheggio e sono circa le 12.30, apriamo le nostre ultime due birrette, brindiamo a questi fantastici 4 giorni insieme e iniziamo l'ingrato ma obbligatorio compito di mettere tutto a posto nelle rispettive auto, cambiarci: puzziamo come capre, io chiudo ermeticamente i miei vestiti sporchi in un sacco perchè è meglio non descrivere l'odore acre che sprigionano...ma che ci dobbiamo fare? Questa è una conseguenza inevitabile dell'Alpinismo e della vita spartana all'aria aperta. Mangiamo ancora qualcosa insieme e verso le 14.00 ci salutiamo, ognuno riprende la propria strada. Andrea torna a Udine nella mia città natale e io riparto nella direzione opposta scendendo in Val Pusteria seguendo il solito itinerario fino a Stoccarda. Il vantaggio è che è lunedì e la strada è sgombra, 5 ore esatte e sono a casa. Scarico la macchina e con i finestrini aperti vado a Stoccarda Ovest dove c'è una stazione di "car wash" aperta anche la sera, ottima occasione per arieggiare l'abitacolo dopo 4 giorni di vita al suo interno e per lavare tutto quanto e riconsegnare il veicolo in condizioni se non perfette, quantomeno dignitose! Non passerà molto tempo prima che possa rimettere gli sci ai piedi, 4 giorni appena e sarò in Silvretta...ma anche questa è un'altra storia!

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