lunedì 31 marzo 2014

Piz Miara, 2964m e canale Nord

Quando ero rientrato in Germania, dopo quei fantastici 4 giorni di Scialpinismo con Andrea ad inizio mese, avevo quasi pensato: beh week end prossimo vado in Silvretta, ma abbiamo collezionato così belle discese che potrei anche smettere di sciare per questa stagione e sarebbe comunque da incorniciare...già, potrei smettere di sciare... L'alta pressione invade l'Europa l'ultimo WE di Marzo ed è previsto SOLE senza fine: quindi a che scopo sarei dovuto rimanere a casa?! Sento Andrea, questa volta ci sarebbe stato anche suo zio Umberto: l'idea iniziale era di andare a fare il Sasso Nero in Val Aurina. Poi quasi all'ultimo cambio di programma, si torna sul Sella, le condizioni sono ottime e visto che il fine settimana successivo è l'ultimo con gli impianti aperti sarebbe un peccato non cogliere questa occasione. Ammetto che la mia prima reazione è un pò incerta, mi sono frenato un istante pensando ai non pochi soldi che ho speso già questo mese e mi dico: mah forse andare di nuovo in Dolomiti e sul Sella significa strafare, dovrei stare un pò attento anche alle finanze. Ma questo dubbio dura poco, sono al telefono con Andrea e contemporaneamente su internet sulla pagina del Car Sharing per vedere se è rimasta ancora una macchina per il fine settimana...succede che la trovo e senza pensarci due volte l'ho anche riservata. Effettivamente anche Andrea non mi lascia spazio a dubbi: condizioni del genere non si trovano tutti i giorni e nella vita le occasioni non vanno perse. Cavolo se aveva ragione! Venerdì pomeriggio, questa volta in studio non c'è stress è pure fine mese e le mie ore le ho fatte, i miei progetti li ho chiusi...non c'è ragione di stare a lungo, così alle 16.30 esco e vado verso casa, recupero la macchina dal parcheggio e parto. Alle 22.00 esatte sono a La Villa in Val Badia, mi tocca pure aspettare Andrea che con suo padre e suo zio si era fermato a mangiare qualcosa per strada. Ci troviamo un momento al pub vicino casa per bere una cosa e parlare un momento del WE. Sabato Piz Miara, domenica vediamo, idee tante, qualcosa troviamo sicuro! Sabato di buon mattino partiamo io, Andrea e Umberto per il Passo Pordoi: alle 8.30 siamo già pronti con scarponi e zaino in spalla. Al parcheggio incontriamo una guida, Enrico, di cui non ricordo il cognome che conosce Andrea e Umberto e poi un'altra guida, Alberto de Giuli che mi ha fatto un certo effetto incontrare, perchè spesso e volentieri sono capitato sul suo sito, ricco di relazioni e foto che in più di un'occasione ci sono state molto utili.
Saliamo, c'è il tempo di un caffè e poi iniziamo la per così dire lunga traversata dell'Altopiano del Sella che ci porterà sul lato opposto rispetto al Sass Pordoi, veramente di front a questo, con il solco profondo della Val Lasties a dividere il massiccio. La traversata è molto piacevole, è relativamente presto quindi non patiamo il caldo e ci godiamo la neve in maglietta, il panorama è di quanto più suggestivo si possa avere, poco più di due ore e siamo alla croce di vetta: un colosso di 11m di altezza! Veramente pazzesco!
Guardando verso il Passo Pordoi però l'attenzione è tutta per il canale Holzer che da questo lato è veramente ben visibile: te lo puoi godere e ripensare a quei momenti magici, veramente una gran bella sciata. Tra l'altro visto da questa prospettiva mi ha fatto più impressione che scenderlo veramente appena due settimane prima. Dopo le foto di rito ci prepariamo a scendere, c'è un pò di cornice all'attacco del canale e un pò di accumulo, scendo io per primo e opto per farlo senza sci ai piedi. Lit tengo in mano e li uso a mò di picozza per scendere. Dopo qualche passo mi rendo conto che la situazione non è piacevolissima: la neve è molto inconsistente, sono senza ramponi e ho il presentimento che le tracce che batto possano cedere. Questa volta è proprio così: ad un tratto sotto i miei piedi c'è aria, il manto non ha retto e scivolo. Sono attimi che però si traducono già qualche decina di metri, io sono fermo e ripenso con piacere al mio primo corso di ghiaccio quando abbiamo allenato le tecniche per frenarsi su pendii nevosi...tutto tranquillo, non ci sono salti di roccia, sono in mezzo a soffice polvere però: mi ritrovo con solo uno sci in mano e vedo il secondo scivolare piano ma inesorabile verso valle...e soprattutto mi viene da imprecare perchè il Miara lo volevo scendere con gli sci e non a piedi! Non ci sto all'idea, quindi scendo e vado a recuperare lo sci che nel frattempo si è fermato almeno un centinaio di metri più in basso: fisso entrambi gli sci allo zaino e risalgo il canalone, frattanto visto quanto successo al sottoscritto, Andrea cala lo zio con la corda oltre la cornice e lui scende poi con sci e picozza in modo da distribuire meglio il peso e non rischiare di rompere la neve. La cosa va bene perchè io alla fine avrò tutto il tempo di tornare sù all'imbocco del canale prima che Andrea sia sceso completamente oltre il cornicione sommitale! A questo punto i due partono, io ho ancora il piccolo problema di riuscire a mettermi gli sci su un canalone di neve polverosa a 45° d pendenza: non senza difficoltà riesco nel mio intento e sebbene con un pò di disappunto per quanto appena vissuto (scivolare significa aver fatto un errore di valutazione e un errore anche senza conseguenze non va giù facile), posso finalmente godermi la sciata.
I primi a naso 200m di canalone sono i più impegnativi, la neve però è spettacolare e inoltre in confronto agli itinerari fatti appena un paio di settimane prima, 200m a 45° non sono niente per cui ci si possa impressionare: la sciata me la ricordo godibilissima in un ambiente tra i più suggestivi del Sella in quanto molto meno frequentato e più selvaggio rispetto alle discese sul lato del Pordoi (che sono indubbiamente più frequentate, anche quelle selettive). Dopo primi 200m, il canalone si allarga molto, dando la possibilità di pennellare belle serpentine trovando sempre una parte di manto vergine, questo fino alla calata. Il salto di roccia richiede una corda singola da 60m e gli ultimi 10m di calata sono veramente verticali, per cui è consigliabile togliere gli sci). Finita la calata, si traversa il vallone sottostante avendo cura di tenersi sulla sinistra, quindi si ritorna in un canale più stretto e ripido che passa sotto una palestra di roccia, in breve si arriva quindi sulla strada proprio all'altezza di Plan de Gralba in Val Gardena.
Qui troviamo il papà di Andrea che era andato a sciare per conto suo in pista, mangiamo qualcosa e iniziano il percorso del Sella Ronda in direzione del Passo Pordoi. Umberto si offre di recuperare la macchina e venirci a prendere ad Arabba, dandoci così la possibilità di goderci ancora un pezzo di discesa, al termine di una bellissima giornata con un altro "Must" del Sella in meno sulla lista.

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