mercoledì 21 agosto 2019

LUNEDì 12 Agosto - Hermannsdalstinden/Bognes

Sono le 6 di mattina mentre mi accingo a fare colazione qui al parcheggio presso Å i Lofoten: dormono ancora tutti ma fuori è già giorno. Oggi il mio programma prevede la gita più lunga di tutte quelle fatte fino a questo momento, la salita all'Hermannsdalstinden. Il meteo al momento è variabile tentente al coperto, ma secondo le previsioni dovrebbe diventare bello. Senza troppi indugi poco dopo le 7 mi metto in cammino e percorro a piedi prima la breve galleria che divide il parcheggio dalla E10 quindi resto sulla strada principale passo Tind e arrivo a Sørvågen. Da qui punto al parcheggio da dove partono i sentieri ben segnalato e impossibile da non vedere. C'è diversa gente a giudicare dalle auto e dalle tende presenti ma solo una compagnia di polacchi si accinge a fare colazione mentre tutti gli altri dormono ancora. Io sfilo via veloce e con ritmo via via crescente inizio la salita a tratti dolce a tratti appena più ripida che in 5km circa mi porterà ad un rifugetto che si chiama Munkebu, arrivo lì alle 8:45 circa. Mi fermo per bere un sorso d'acqua: da qui l'Hermannsdalstinden è ben visibile, il sentiero scende una dorsale che divide due laghi (Fjerddalsvatnet a Sud e Tennesvatnet a Nord) mentre all'orizzonte spunta una montagna sullo sfondo che ha praticamente la stessa forma dell'Halfdome di Yosemite.
Si risale la stessa dorsale sul lato opposto per sbucare su un altro bacino Krokvatnet a quel punto si costeggia questo bacino sulla dorsale che lo divide dal precedente il Tennesvatnet e si passa davanti anche ad un paio di casette, qui noto che c'è qualcuno che ha campeggiato e che si sta preparando per salire...ma io sono ancora davanti a tutti e accelero perchè ho tutta l'intenzione di avere la cima solo per me. La salita si fa ora un pò più faticosa, più ripida e a tratti più esposta, un tratto è assicurato da corda e catena, il terreno è costituito da rocce lisce ma ricoperte di terra il che rende impossibile risalire senza ricorrere alle attrezzature presenti su cui di fatto a tratti è obbligatorio tirarsi letteralmente sù. Il pendio segue di fatto la larga cresta sud-est e conduce alla vetta, il sentiero è ben visibile e ben segnato con omini e con bolli rossi, l'ultimo pezzo richiede l'utilizzo delle mani per aiutarsi, senza però poter parlare di vera arrampicata.
La cima è costituita da grossi blocchi granitici, quello culminante può ospitare al massimo 1-2 persone (strette) ed è molto esposto, motivo per cui ero ben contento di essere lì da solo: ho tutto il tempo per riposarmi rifocillarmi e fare tutte le foto che voglio. Sono le 10.30 quindi sono salito in poco meno di 3h e mezza...un gran dell'andare perchè è come dire di aver tenuto quasi i 4km/h di velocità media! In effetti mi riprometto di prendermela più comoda al ritorno, per godermi un pò il panorama. Il panorama è veramente spettacolare. Lo sguardo cattura contemporaneamente elementi che difficilmente si vedono insieme: roccia, prati, fiordi, mare, laghi, neve, tutto nello stesso campo visivo. Il tempo è variabile ma tendente al diventare anche più bello. Questa cima ti porta quasi a picco sul lato settentrionale dell'isola: lato completamente disabitato e senza infrastrutture, non una strada, non una casa, su questa isola solo il lato meridionale è urbanizzato. La mia soddisfazione è grande, con un pò di difficoltà perchè mi sarei voluto trattenere più a lungo dopo una mezz'oretta decido di scendere, anche per trovare riparo dal vento sferzante e pungente: in cima avevo il piumino, la bandana e la fascia invernale da scialpinismo, all'altezza del rifugio Munkebu sulla sua via del ritorno mi sono messo a torso nudo! Differenza di temperatura pazzesca! Scendendo a 30-40 minuti dalla cima trovo la prima coppia intenta a salire e più giù altri due gruppetti che mi hanno anche chiesto indicazioni e tempi, arrivato al rifugio era finita la mia "lonelyness", da lì in poi c'era decisamente tanta gente, ma io il mio premio lo avevo già avuto! Arrivo sulla costa e mi dividono dalla macchina gli ultimi 2-3km fa caldo ci sono almeno 22-23 gradi ma lo sbalzo termico che avevo alle spalle era stato considerevole (non ho potuto misurare la temperatura ma in cima di gradi secondo me ce ne erano senz'altro meno di 10), e inizio a sognare una bella bibita ghiacciata e perchè no anche un gelato, desiderio che riesco ad appagare al chioschetto di souvenir presso il parcheggio dove ho lasciato la macchina, proprio ad Å.
Mi cambio e mi godo il premio mentre intorno a me c'è un gran trambusto e un gran viavai di persone, il parcheggio è ora pieno e la lingua più parlata di tutte sembra proprio essere l'italiano!! Altra piccola indicazione: le visite migliori anche ai paesini si fanno al mattino presto a alla sera! Non oso immaginare a quell'ora (erano le 14:30 di pomeriggio) quanta gente si aggirasse per Å... Rifocillato mi rimetto in viaggio, decido di non prendere il traghetto che da Moskenes porta a Bodø ma di prenderlo più avanti presso Lødingen per due motivi: il costo e per poter vedere di nuovo riattraversandole tutte queste isole magiche, dove le montagne irte e aguzze sembrano proprio uscire dal mare. Lungo la E10 appena dopo Reine e tornando indietro verso Svolvær c'è il villaggio di Hamnøy, forse uno dei villaggi più fotografati delle Lofoten e che per inciso fa anche da copertina alla guida Lonely Planet sulla Norvegia...il motivo? Una bella baia con diversi Rorbuer sulle loro palafitte sulla scogliera e sullo sfondo una montagna prominente e verticale così compatta da sembrare un gigantesco masso piantato nel terreno. Non mi sono fermato a fare la foto perfetta: il motivo è semplice, la foto si fa praticamente dalla E10 e a quell'ora in quel fazzoletto di terra c'era letteralmente il delirio di persone tutte a cercare di poter fare quella foto. Quindi sebbene possa nutrire un pelo di rimpianto ora per non aver voluto fare quello scatto, beh in quel momento ho pensato che stavo meglio all'idea di proseguire e basta!! Dopo tutti i bei momenti di quiete che mi aveva regalato la montagna in quella mattinata, mi sembrava di essere su un altro pianeta e quindi ho tirato dritto. Riattraverso tutte le Lofoten chiedendomi se fosse il caso di fermarmi una notte ancora ma so che ho tanta strada da fare davanti a me e non posso tenermi i giorni troppo contati altrimenti mi ritroverei obbligato a coprire grandi distanze in poco tempo e senza molte pause da lì in poi, pertanto punto diretto al traghetto e quindi arrivo a Lødingen.
La traversata che porta a Bognes è molto bella, ho tutte le Lofoten davanti a me, con il sole che già non si vede più ma che brucia da dietro le cime. Penso che se fossi stato stasera nel posto di due sere fa avrei avuto un altro tramonto perfetto, ma non lo rimpiango troppo: in fondo un tramonto perfetto già lo ho avuto e chiederne due a pochi giorni di distanza forse è chiedere troppo! Forse di uno ci si ricorda di più che di due e con ancora più piacere! Dormo in uno slargo su un bel punto panoramico un pò più in quota appena più a Sud di Ulvsvåg. Visto che sono stato bravo per tutto il viaggio e viste le notevoli performance atletiche poco prima a Svolvær avevo deciso di investire 3 euro per una lattina di birra, quindi quella sera intorno alle 22:30 mi faccio una cena veloce con due uova, pane formaggio e cetriolo...e una bella birra fredda! Forse la birra più buona del mondo, ancora una volta un pò come la mia prima mela del viaggio! BUONANOTTE :)

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